mercoledì 26 dicembre 2007

Polemiche sulle presunti virtù cardiache del cioccolato

La rivista scientifica Circulation, ha pubblicato il mese scorso uno studio di un team di scienziati che ritiene che il cioccolato fluidifica il sangue. Una conclusione contestata nell’ultimo numero di The Lancet, il quale indica può anche avere un effetto dannoso sul cuore.

Mi hanno appena regalato una stecca di cioccolato svizzero e leggo la notizia di questa polemica che secondo me è un esempio di cattiva divulgazione medico scientifica in questi ultimi anni sugli alimenti, creando una confusione in coloro che non sono in grado di potere valutare questi messaggi contribuendo ancora di più a creare l’ignoranza e indicazioni di riferimento non corrette.

Il fatto nasce dallo studio pubblicato sulla rivista Circulation che sostiene che cioccolato ha effetti favorevoli sul sistema cardiovascolare, causando vasodilatazione delle arterie coronariche. La rivista britannica The Lancet, nel numero del 22 dicembre, risponde che "tutto dipende dal tipo di cioccolato, in quanto alcuni che possono avere effetti nocivi per il cuore".

Lo studio della rivista Circulation indica che la metà di un gruppo di persone è stato somministrato 40 grammi di cioccolato con una percentuale di cacao intorno al 70% (fondente quindi!), ricco di flavonoidi, e l'altra metà 40 grammi di un placebo (una sostanza inattiva). Prima e dopo aver mangiato il cioccolato o placebo, è stato misurato il grado di dilatazione delle arterie coronariche mediante angiografia .

I pazienti che hanno assunto cioccolato hanno dimostrato una significativa dilatazione delle arterie coronariche, a differenza di quelli che hanno solo placebo, e per i quali il diametro delle coronarie è rimasto lo stesso. Inoltre, altre analisi hanno evidenziato che coloro che hanno preso il cioccolato hanno una minore aggregazione piastrinica, e il sangue è più fluido. Per gli autori, non vi è alcun dubbio, il cioccolato ha virtù cardiovascolari.

La rivista The Lancet, in un editoriale intitolato "Il diavolo si nasconde nel cioccolato fondente", dice che un trattamento basato su cioccolato è il sogno di produttori di cioccolato e dei pazienti. Ma non è la realtà? ". E' una buona notizia solo per gli amanti del cioccolato fondente. In quanto cioccolato bianco e al latte sono privi di flavonoidi, sostanze antiossidanti .

Tuttavia coloro che amano il cioccolato fondente potrebbero essere delusi, svela The Lancet. I produttori di cioccolato durante i processi di lavorazione per rafforzare il colore nero di cacao eliminano i flavonoidi, che danno un sapore amaro. Quindi il cioccolato può essere nero ma potrebbe non contenere flavonoidi. Il consumatore non ha alcun modo di sapere che cosa mangia, perché nelle etichette questo tipo di informazioni non compare .

Quello che personalmente non mi piace e nel volere dare a un alimento il valore di una terapia nutrizionale, ammesso e non concesso che ci sono flavonoidi nel cioccolato , ma ci sono anche zucchero, i grassi e le calorie a questo punto per avere degli effetti positivi credo che bisogna ridurre la quota giornaliera di zucchero e di grassi, di un importo equivalente a quella contenuta nel cioccolato altrimenti gli effetti sulla salute e sul cuore rischiano di non essere quelli sperati. Ci rimane quindi una dieta equilibrata (con ausilio di una calcolatrice grazie),un po'di attività fisica con aggiunta di un po 'di cioccolato fondente.

Che dite lo mangio allora questo pezzo di cioccolato svizzero?
problemi di cuore non ne ho, calorie?
Va beh ma a Natale chi non ha un po ....
Lo mangio e correrò un po’ prometto,
Una tavoletta da 100 gr 3 ore di corsa!
Va beh comincio a correre ho capito!

martedì 25 dicembre 2007

Guide ristoranti 2008, ma qual'è l'indirizzo giusto? Il tuo

Sono arrivate da più di un mese le guide gastronomiche del 2008, Michelin, Gambero Rosso, Slow Food, Espresso, Veronelli, Accademia della Cucina, Osterie d'Italia, Touring Club e De Agostini (ristoranti, prodotti, eventi, cantine ecc ecc) c'è una guida per tutto o quasi.

Ho potuto seguire le polemiche sui vari giudizi, tra Tv, carta, stampata, blog come Gambero Rosso dove ogniuno dice la sua. Pochi affrontano l'argomento rapporto qualità prezzo che invece secondo invece non è secondario, come pochi affrontano l'argomento servizio, la cucina è importante ma spesso il servizio lascia molto a desiderare, capita spesso vedere servire il vino nel bicchiere sbagliato, posate per mangiare la pizza utilizzate per il pesce, la maleducazione delle persone di servizio, le pareti sporche, per non parlare dei servizi igienici o dei parcheggi, le lunghe attese telefoniche per prenotare un tavolo, chissà perchè risponde al telefono chi non è addetto alle prenotazioni e il resposabile è introvabile, se uno vuole pretendere che il proprio locale sia top dei tops, lo deve essere su diversi punti di vista non solo sulla cucina.

Il settore della ristorazione, si è evoluto in questi anni moltissimo ed è molto difficile stare dietro all'apertura dei locali, visitarli tutti, casualmente tutte le guide hanno i stessi locali, compri una ci sono tutti, sono sempre gli stessi. Preferirei vedere delle guide enogastronomiche ragionate, fatte da chi è capace di giudicare quando si ha a che fare con ristoranti con prodotti industriali precotti rifiniti dal cuoco o da chi invece e capace di lavorare direttamente la materia prima, di ricercare prodotti locali e prodotti che seguono la stagionalità, guide che mi sappiano differenziare quando devo andare a mangiare con la famiglia e i miei figli, quando ho una cena di lavoro o quando ho una cena con amici.

Le guide che ci sono non mi piacciono, sono autoreferenziali da parte di chi le scrive, impegnate a promuovere il proprio punto di vista più che il pranzo del lettore, faccio fatica a leggerle e a capirle, tutti pronti a dare consigli non gratuiti, ma chi mi assicura che coloro che giudicano hanno la corretta preparazione e non sia solo marketing, ebbene si perchè accanto ai ristoranti etnici, locali, toscani, ci sono adesso i "ristoranti da guida" creati per quel target di persone che acquista e si fa indirizzare solo dalle guide, un target volante, egocentrico a cui vengono offerti ristoranti dove si riesce pensate a mangiare bene con 200/300 euro a testa (e vorrei anche vedere di mangiare male!!)

Fatevi voi la vostra guida gastronomica, fatevi guidare dal vostro naso, dai vostri occhi, dalle vostre papille, io mi sono fatto una guida personale con un metodo infallibile, prima di mettermi a sedere in un ristorante chiedo dove è il padrone se è dietro i fornelli mi fermo, se è in sala facciamo due chicchiere e poi mi siedo, se il padrone è una società xxxx nella maggior parte dei casi scappo.

"Quale è l'indirizzo giusto? Il tuo"

martedì 18 dicembre 2007

Danone Wahaha, paese che vai usanze che trovi

Oggi parliamo di cose serie, cito questo esempio, perchè la voglia di stringere accordi commerciali con la Cina da parte di molte aziende occidentali e anche italiane è irrefrenabile e disposti a qualsiasi tipo di accordo. Il mio vuole essere un monito, prima di firmare un accodo commerciale con partner cinesi, verificate ogni aspetto contrattuale anche due volte, perchè questa vicenda è accaduta a Danone, e se è accaduta a loro che in genere sono attentissimi immaginate ad altri sprovveduti cosa può capitare. Una vicenda cha ha un risvolto legale e commerciale che rivela i paradossi dell’economia globale, soprattutto quando c’è di mezzo la Cina.

Danone nel 1996, per entrare nel mercato cinese stringe un accondo di joint venture con il gruppo Wahaha, di cui detiene il 51% della joint venture Danone - Wahaha, che è composto di 39 aziende, ed è questa la sola aziende che in linea di principio, ha il diritto di usare il marchio e la distribuzione di prodotti Wahaha. In questi anni il rapporto di fiducia diviene ampio Danone fornisce il proprio know-now modernizza impianti e produzione, vengono aperte nuove filiali, nuove linee di prodotti, tante che il proprietario della Wahaha, Zong Qinghou, viene nominato presidente della Danone-Wahaha.


Nel 2005 Danone scopre l'esistenza di un mercato parallelo, cioè di prodotti che utilizzavano le tecnologie e know-now Danone, ma che avevavo solo il marchio Wahaha. Facendo concorrenza a Danone. Il signor Zong Qinghou, si difende dicendo che le unita produttive dove vengono fuori i prodotti a marchio Wahaha non facevano parte dell'accordo e che personalmente, non è coinvolto perchè si tratta di un nuovo marchio Wahaha.

La realtà è più complessa, il nuovo marchio Wahaha è una società che vede come soci la compagna di Zong Qinghou e il figlio, l'agenzia governativa cinese del commercio e il governo locale di Hangzhou.
Il ricorso al tribunale cinese è stato per Danone deleterio, perchè il giudice ha dato torto 100% alla multinazionale francese, anche se Danone ha denunciato pressione politiche sui giudici e pressione di media stampa che in questi mesi hanno parlato in maniera negativa del gruppo francese e dei suoi prodotti, tanto che sono stati bloccati diversi carichi commerciali per presunte irregolarità. Sta di fatto che ora Danone dovra ricorrere al tribunale Internazionale di Stoccolma.
Intanto si sta cercando una soluzione di compromesso nella vicenda, ma rimane per mio conto allucinante come Shan Qining, portavoce della compagnia, secondo cui “l’addio di Danone al mercato cinese non è così lontano”.

La soluzione di compromesso, da fonti ufficiose vedrebbe Danone passare dal 51% al 40% della Danone Wahaha oppure una quota di acquisizione della nuova Wahaha.

"Paese che vai usanze che trovi"

domenica 16 dicembre 2007

Quinze: l’acqua minerale per il sesso forte

Una nuova segmentazione si affaccia all'inizio del 2008 nel mercato dell’acqua minerale. Dopo le acque minerali povere di sodio, dopo le acqua minerale Vitasnella chiaramente rivolte al sesso femminile, arriverà in Italia l’acqua minerale per il sesso maschile.
QUINZE è un marchio dell’acqua minerale Volvic, azienda slovena acquisita dal gruppo Danone.

Quinze nasce e si propone come l'acqua minerale studiata per il sesso maschile, in particolare per gli uomini che regolarmente praticano un' attività fisica. Una ricerca europea svolta in dieci stati dell'Unione, 88% degli uomini dai 15 ai 75 anni, ha dichiarato di pratica attività fisica almeno una volta alla settimana (vorrei sapere dove hanno fatto questo studio e sopratutto a quanti degli intervistati gli è venuto il naso lungo!)

tre tipologie diverse

“QUINZE RECUPERO FISICO” arricchita di sodio e potassio zucchero 37gr/litro in modo che venga garantito una buona idratazione e un recupero fisico.

“QUINZE rinfrescante” per idratare e apportare sollievo, al gusti di limone e lime

“QUINZE idratante” acqua minerale per tutto il giorno.
per maggiori ragguagli : Quinze

PS: al di là della natura della segmentazione dell'acqua minerale per sesso: donne e uomini, e dovremmo avere chiuso. Tutte le acque minerali dopo uno sforzo fisico aiutano a recuperare i liquidi persi, è un lavoro di marketing e comunicazione con un budget interessante, realizato con metodo anche se non lo condivido.

lunedì 10 dicembre 2007

Italia Slow e Italia Low Cost

Presentato il 41° rapporto Censis sulla situazione economico e sociale del Paese, che viene definito una "poltiglia", una "società mucillagine", composta da tanti coriandoli che stanno l'uno accanto all'altro, ma non stanno insieme. Il rapporto individua diversi punti critici della nostra società, ma sopratutto la mancanza di fiducia: nel futuro, nello sviluppo, nell’economia, nei soggetti che la rappresentano e nella politica. Un analisi che io ritengo fredda e razionale che condivido in pieno e che nonostante tutto ritengo sia ottimista.

Ebbene si questa è un Italia che va lenta, qui il termine “slow”, non ha alcuna eccezione positiva (come per slow food), un economia lenta per una società lenta, lo "slow life" impera, perché quando sei una gallina, non hai le gambe per camminare e per correre, sei lenta perché non ce la fai a stare al passo con i tempi, con le dinamiche d'evoluzione del mondo e del mercato. “Chi va piano va sano e va lontano”, non è vero, oggi chi va piano rimane indietro e a mani vuote.

All'interno del capitolo sicurezza, un dato che non può non balzare agli occhi è la presenza di quello che Giorgio Saviane cita nel libro “Gomorra”, la fitta presenza delle organizzazioni criminali nel sistema economico del paese, dove il 36% delle aziende ufficialmente risulta essere tiranneggiato nel 2003 era solo il 14,5 %, con questi tassi di incidenza della malavita, in un paese dove regna illegalità e omertà, sull’economia che sviluppo si pretende? Che cosa è possibile sviluppare secondo voi?

Una mancanza di fiducia nello sviluppo economico e come averla diversamente? A livello politico manca un progetto una “vision” per il futuro, che paese vogliamo costruire per il futuro?

Una classe politica di settantenni, ha riportato il paese agli anni '50, da un punto di vista sociale ed economico, ma sopratutto dal 92 ad oggi hanno creato dei modelli di comportamento basati su illegalità, egoismo, sopraffazione, mancato senso di rispetto verso il prossimo, impegnati a costruire e aumentare il solo conto bancario che la costruzione economica e sociale del paese. Un dato di fatto è che da questo paese si scappa, chi può va a lavorare all'estero es. premio Nobel Rubia, ma fuggono anche aziende e investimenti. Non a caso il nostro partner storico gli Usa, investono più in altri paese europei che in Italia, e non dico solo io, lo dice niente poco si meno che la stampa americana.

13/12/2007 e su questo argomento anche il New York Times ci da una mano

41° rapporto censis: consumi alimentari

A seguito di un economia che rallenta, "slow" appunto, le famiglie sono divenute low cost dai budget risicati, una tendenza che noi operatori del settore ci eravamo già accorti i mesi precedenti: le famiglie hanno modificato le dinamiche dei consumi.

La maggior parte del reddito è rivolto all'abitazione (una speculazione immobiliare che non si vedeva dagli anni 60'). Nel periodo 1996-2006, incidenza sul reddito dell’abitazione, è passata dal 20,6% al 26%, attestandosi al 31% se si include le spese per energia. In Italia abbiamo circa 2,4 milioni le famiglie che hanno un mutuo a carico, con un esborso medio annuo di 5,5 mila euro pari a circa il 14% della propria spesa totale, ma che per alcune famiglie raggiunge il 27% della propria spesa totale.

In questa situazione non poteva essere altrimenti, per la prima volta nel nostro paese c’è una contrazione della spesa per alimenti (la cui incidenza è passata dal 1996 al 2006 dal 21,1 al 18,9%).

Cosi la famiglia low cost, per massimizzare il budget disponibile fa ricorso :
- ai canali di vendita meno costosi, il 58% delle famiglie fa acquisti nei mercati rionali, il 60% presso gli hard-discount
- il nomadismo tra i punti vendita dei beni di largo consumo alla ricerca della convenienza (il 66% delle famiglie cerca di massimizzare le offerte)
- l’infedeltà ai marchi (sono 200 le marche acquistate da una famiglia in media in un anno)

Non a caso il 37% degli italiani associa il low cost a tutte le fasce di popolazione, il 60% degli italiani ha dichiarato che ha utilizzato o utilizzerebbe il low cost e, di questi, l’87% perché si risparmia ed i prodotti/servizi costano meno.

Di fronte a questa situazione quale futuro per i prodotti alimentari? Sarà ancora possibile parlare di qualità? Il consumatore avrà ancora la possibilità di scegliere un prodotto di qualità che costa un po di più ed è più buono?

Già da qualche mese Gambero rosso e Slow Food, hanno proposto una guida per una ristorazione a piccoli prezzi e una guida al vino quotidiano per fornire quelle risposte al mercato a essere vicino ai consumatori. Anche la lussuosa guida Michelin ha creato al suo interno uno spazio alla ristorazione piccoli prezzi. Sono un esempio di come le aziende intendono avviare un rapporto di dialogo continuo con i propri clienti e in un momento di cambiamento sanno velocemente adeguarsi e fornire delle risposte.

I commenti sono una libera interpretazione dei dati presenti nel rapporto 41° rapporto Censis consultabile presso il sito http://www.censis.it/

un po di buono e sano confronto e discussione con il gambero rosso

mercoledì 5 dicembre 2007

Parmalat nei guai per pubblicità ingannevole

Il comitato di controllo dello IAP (Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria) e l'Antitrust, hanno emesso dei provvedimenti di ingiunzione e condanna per quanto riguarda la pubblicità dei succhi Santal e la scritta Latte Parmalat Natura Premium Omega 3. Alla base dei provvedimento dello IAP, la mancata presentazione di 4 punti su 5, di risultati scientifici che provassero le affermazioni che sostenevano nella comunicazione, cioè che i succhi hanno proprietà in grado di garantire effetti benefici sulla salute.

Di diversa natura invece per Antitrust , l'inserimento della scritta su Latte Parmalat Natura Premium di Omega 3 a cui è stato contestato la possibilità di confondere il consumatore sul tipo di prodotto che stesse acquistando e indurre in errore in merito all'efficacia connessa al prodotto capace di migliorare la salute del cuore con la sola assunzione del latte Omega 3.

Parlare male della Parmalat, è un po come sparare sulla croce rossa, difficile trovare situazioni a livello d'immagine cosi compromesse e fanno di tutto per crearsene di nuove. Tuttavia mi auguro che risolvano questi problemi, spero in futuro nell'intervento di Antitrust e Iap anche su altri prodotti e pubblicità , non vorrei che la Parmalat fosse capo espiatorio di tutte.

Cito questo esempio, e chiedo scusa a Parmalat, per invitare i consumatori di prestare maggiore attenzione all'acquisto di prodotti alimentari in generale e di alimenti funzionali in particolare, anche se preferirei che ci fosse un controllo prima che questi prodotti vengano messi sul mercato, l'intervento dello IAP è lodevole ma mi chiedo se non era il caso che altri organi istituzionali intervenissero prima. Alle aziende un invito a essere più attente a prendere con troppa leggerezza l'ingresso nel settore degli alimenti arricchiti e alimenti funzionali, alla stampa invece i miei complimenti per non averne parlato.

per ulteriori informazioni :
Antitrust pubblicazione bollettino n.39 2007 del 18.10.07