lunedì 31 maggio 2010

Nuovi ingredienti per l'industria alimentare

Si è svolto Francoforte il Salone degli Ingredienti Alimentari per l’Industria , la ricerca delle aziende si è mossa su due linee principali la ricerca di ingredienti che permettono di ridurre i costi di produzione e ingredienti con benefici per la salute, due linee che sono in antitesi perché la ricerca della salute non si coniuga quasi mai con la riduzione dei costi. Grande richiesta per i sostituti dei grassi, del sale, dello zucchero e di tutti quei additivi che migliorano la consistenza degli alimenti, ho selezionato quello che sono gli ingredienti che hanno colto di più l'interesse delle aziende, solo l'ultimo è quello invece scelto da me perchè mi piace l'idea del frutto abbinato a un fiore.

1) Stevia

È stato l’ingrediente più richiesto, ne ho già parlato lo scorso anno, zero calorie 300 volte più dolce dello zucchero, lo possiamo gia trovare in alcuni prodotti, dalle linea salute della Gerblè, nel cioccolato Villars, e nella bibita della Coca Cola Vitaminwater, a breve il lancio di Fanta Still la bevanda alla frutta e della Sprite Green, la stevia è stato autorizzato dall’Unione Europea come additivo nonostante numerose polemiche. Non è ancora in vendita in Italia ma molto presto sono sicuro che arriveranno tutti questi prodotti ma anche di nuovi.

2) Acticoa, il cioccolato antirughe?

Non ebbe buona fortuna la Danone e proporre Essensis, ma l’interesse per la dermonutrizione è ancora alto, tanto che la più nota azienda al mondo produttrice di cioccolato Barry Callebaut lancia Acticoa, un cioccolato che rimane intatto i flavonoidi contenuto del seme di cacao, secondo quanto presentato in fiera sulla base di 25 studi clinici, 10 grammi al giorno idrata la pelle e riduce la formazione delle rughe, come una crema antirughe, i vantaggi che non sono solo per la pelle ma anche per il rischio di malattie vascolari. 10 grammi non sembrano molto (mah, l'effetto ruga dopo quanto tempo si può vedere per giudicare? Il pensiero mangio cioccolato e mi liscio le rughe non è male, il problema sarà limitare i grammi)

3) Il non formaggio sulla pizza, Lygomme ACH Optimum
È un prodotto della multinazionale inglese Cargill recentemente acquistata dalla Kraft, è un sostituto del formaggio, la versione ufficiale indica che è un prodotto creato per i vegetariani e allergici al latte in quanto non ha proteine di origine animale ma vegetale, infatti è costituito da tre amidi più una sostanza gelatinante derivato dalla lavorazione dell’alga rossa, ma il costo più basso del formaggio lo rende ideale per sostituirlo al formaggio sulla pizza e ad altre preparazione di prodotti già pronti, è molto richiesto proprio per questo (chiedo scusa se urto la sensibilità degli allergici alle proteine del latte e ai vegetariani, ma piuttosto la mangio senza !).

4) La farina Farigel wheat TM 80, della Limagrain

Questo prodotto evindenzia di quanto siano note le cosidette "farine funzionali" prodotte dall Westhove della Limagrain, pare che se unito alla farina questo nuova "farina "si può ridurre il quantitativo di materia grassa nella preparazione di dolci, sappiamo quanto sia importante la materia grassa che conferisce cremosità ma anche gusto e calorie. Secondo le indicazione il suo corretto utilizzo con acqua permette un risparmio non solo dietetico, perchè permette di risparmiare sui grassi, ma c’è un risparmio anche in termini di costo, non ultimo infatti che questa farina permette di abbreviare l’etichetta, risparmio in additivi, è una farina composta da un mix di cereali che ha subito un trattamento idrotermale, soprattutto viene classificato come farina di frumento secondo la presentazione è sufficiente il 2,2% per ridurre di un 30% utilizzo dei grassi! (ma che cereali sono?)

5) Polvere di fico d’India della Bioserae
Si chiama Cacti-Néa ed è un estratto dal fico d’india, che secondo una studio presentato con il prodotto grazie alle proprietà diuretiche e antiossidanti, avrebbe la possibilità di fornire un aiuto a coloro che soffrono di ritenzione idrica o problemi di cellulite , non ha effetti negativo sulla pressione arteriosa e nonostante stimoli la diuresi è limitata la perdita di sali minerali rispetto alla diuresi classica, il prodotto si presta ad essere utilizzato per bevande o alimenti funzionali (incredibile in fico d'india che riesce a sopravvivere con poca acqua).

6) I nuovi aromi alla frutta in abbinamento con il fiore
È questa la novità presentata dall’azienda Jean Neal, aromi naturali misti dove la frutta viene coniugata con uin fiore esempio lampone e violetta, mango e rosa, lavanda e limone, pompelmo e ibisco, fragola e gelsomino, devo dire che mi piace l'accostamento di nuovi profumi, posso prendere ispirazione anche in cucina.

mercoledì 26 maggio 2010

Prodotti di marca contro prodotti dei distributori (private label), Pasta sfoglia rettangolare 2




Grande polemica ha generato il post sulla pasta sfoglia, rispondo alle vostre domande sui commenti. Sembra che sia un conflitto tra prodotti di marca e prodotti a nome delle catene distributive (Pam, Esselunga, Coop, Migros, Carrefour, Conad, Despar) cioè Private Label.

Ci sono alcuni categorie di prodotti come i prodotti surgelati dove il marchio delle catene distributive superano i prodotti di marchio.
Il 72 % dei consumatori pensa che tra prodotti di marca e prodotti a marchio del distributore non vi sia alcuna differenza.
Diversi test fatti da associazioni di consumatori hanno dimostrato la qualità di molti prodotti a marca del distributore, ma come siamo arrivati a questo punto?

Qualche anno fa molte aziende hanno deciso di disfarsi o\e delocalizzare le unità produttive, oggi è pratica comune dare il lavoro per conto terzi e nel nostro caso aziende di marca danno da fare i loro prodotti ad aziende "terziste" per avere dei costi ridotti, in particolare dei costi fissi.

Alle aziende terziste consegnano il proprio know-now per la produzione, che le aziende terziste riusano (non è corretto ma è cosi). Si è creata una rete di aziende che producono i stessi pordotti, con le stesse caratteristiche, per diversi marchi.

Da qualche anno sono state avvicinate anche dai distributori e abbiamo i prodotti a marchio del distributore tipo Esselunga, Coop, Conad, Pam. Questo ha omologato i prodotti, poteva anche non avvenire, ma tutti hanno replicato la stessa cosa. I marchi hanno delegato al marketing e alla comunicazione il compito di fare la "differenza".

Non mi stancherò mai di dirlo ma la differenza la fa il prodotto con le sue caratteristiche e non il marchio, il marketing e la comunicazione serve per accompagnare e sostenere il prodotto, non si possono sostituire a lui. Marketing e comunicazione costano e come tali sono giustificati solo se c'è un valore reale in più.

Non si può negare il fascino del marchio, nella fretta di fare la spesa il prodotto di marca da sicurezza, ma oggi il consumatore è più intelligente, più consapevole. Quando il marketing e la comunicazione creano un prodotto che non corrisponde al prodotto venduto al 80% questo si traduce in un flop. Perchè il consumatore ricerca le caratteristiche promesse nel marketing e nella comunicazione se queste non le ritrova tende ad abbandonare il prodotto, per questo c'è un turn over alto di prodotti nuovi, sostenuti dalla pubblicità arrivano fanno incuriosire, ma vengono rigettati dal mercato.


La scelta del consumatore verso prodotti private label non è solo perchè costa un po' meno, ma nella maggior parte dei casi non percepisce la differenza, nella mia esperienza ho trovato prodotti dei distributori migliori dei prodotti di marca ma anche molti prodotti peggiori, non si può generalizzare, ma è chiaro che se mi fai pagare un prodotto del distributore a 1,49 e un prodotto di marca a 2,68, il consumatore, pretende un prodotto migliore, un prodotto differente, un prodotto che mi giustifichi quel 70% in più .

I distributori non sono delle Onlus, Matteo sosteneva che hanno il coltello dalla parte del manico, è vero ma perchè il coltello glielo hanno messo in mano le aziende stesse creando prodotti poco differenziati. Sicuramente il marchio del distributore è una concorrenza scorretta, sono molto bravi a proporre prodotti a loro marchio, che hanno tutto l'interesse di spingere. Vince il prodotto di marca quando il valore è percepibile.

Dovete tenere presente che i prodotti differenti esistono ho preso l'esempio delle pasta sfoglia Marie (non è pubblicità non è in commercio nè in Italia nè in Svizzera), non è la migliore ce ne sono di migliori, si trova in Europa, Francia, Germania, Belgio ci sono anche di altre marche, ma di questa avevo la foto, sono paste fatte con burro e senza olii o grassi idrogenati o vegetali, c'è anche la pasta sablè fatta con olio di oliva, quindi fare delle paste pronte fresche diverse è possibile, tra l'altro non ci crederete ma costa anche meno rispetto alla rettangolare buitoni pasta sfoglia del post precedente viene venduta con un range da 1,50-2,20, contro la rettangolare mia di 2,68.

Voglio solo dire che pasta sfoglia con burro a livello industriale si può fare, chiaro costa meno adoperare altri ingredienti.

La paste fresche pronte o surgelate nell'ingrediente olii o grassi vegetali si nascondono in realtà probabilmente dal momento che non sono specificati, margarina ma spesso c'è un misto olio di palma, colza, cocco. Io penso che se un consumatore si trova a scegliere fra due prodotti uguali sceglierà quello che costa meno, ma se dovrà scegliere tra un prodotto che costa meno e un prodotto che costa di più ma di qualità, con ingredienti che percepisce di qualità, sceglierà quest'ultimo.







Quale soluzione per le aziende a marchio?
Ferrero non ha mai dato a terzisti la produzione di Nutella in questo modo non ha disperso il suo know now, tutti la imitano nessuno ci riesce, per cui il proprio bagaglio di conoscenza sia tecnico che di risorse umane bisogna saperselo tenere.

Mettere su un prodotto il proprio marchio non è solo un copia e incolla, replicare un prodotto non è cosi facile, ma se io creo un prodotto che non ha alcun contenuto innovativo, alcun contenuto di valore, alcun contenuto di qualità mi dovrò scontrare con un mercato dove tutti mi possono imitare, non posso battere la concorrenza solo sul prezzo, è un elemento troppo debole su cui puntare per pensare che sia il solo elemento vincente per un prodotto.


lunedì 24 maggio 2010

Pasta sfoglia Buitoni la qualità costa il 207 % in più?

Da qualche tempo a questa parte la comunicazione sostenuta da molte aziende, dai consorzi di produzione, delle associazioni di produttori di alimenti, gioca sul rapporto qualità/prezzo, insegnandoci che se vogliamo mangiare bene dobbiamo spendere di più. Questo concetto che chi più spende mangia meglio mi lascia un po’ perplesso, perché il prezzo non viene stabilito da un rapporto domanda e offerta o sulla base della qualità degli ingredienti, ma è una scelta del marketing, del posizionamento di un prodotto (quando ahimè i produttori non si mettono tutti d'accordo come nel caso della pasta). Logico che se tutti di posizionano su una fascia alta del mercato la comunicazione deve essere incentrata sulla giustificazione del posizionamento e del prezzo alto l’esempio classico più noto è quelle dell’associazione caffè ed esclusività, caffè e paradiso.

La settimana scorsa mi trovavo in Lombardia, molti sanno che in Svizzera i supermercati chiudono alle 17,00 anzi qualcuno alle 18,00, così ero rimasto senza pasta sfoglia e cosi ho fatto la spesa presso un supermercato COOP vicino Como.
Mi fermo del settore delle paste fresche cosi cosa prendo pasta sfoglia tonda o rettangolare?
Buitoni pasta sfoglia fresca tonda 1,49 euro al kg 6,50
Buitoni pasta sfoglia fresca rettangolare 2,15 euro al kg 9,34 *
Un addetto al banco gli chiedo, scusi quale è la differenza visto che hanno costi diversi? Ma non so, sarà più buona mi risponde(e io ci credo tantissimo!)

* in un altro punto vendita PAM invece Buitoni pasta sfoglia fresca rettangolare l'ho trovata a 2,48 euro al kg 10,78 incredibile questa differenza di prezzo da un punto vendita all'altro.

Ma come cosa cambia tonda o rettangolare? Ci saranno ingredienti diversi, no uguali! Da cosa viene data da questa differenza? Il costo industriale è uguale (anzi è più complicata farla tonda che quadrata a rigore di logica)! Peso uguale 230 g.

Ingredienti Farina di frumento, acqua, olii e grassi vegetali non idrogenati (olio e grassi di palma, colza, cocco o margarina? perchè non indicate di quali olii e grassi parlate?), succo di limone concentrato, sale, alcol, glutine di frumento, agenti di trattamento della farina L- cisteina e acido ascorbico (un po' differente da quella che io farei in casa, neanche un po' di burro di qualità !)

Ingredienti di una pasta sfoglia di qualità per 1 kg: 400 gr di farina, 400 gr di burro, 2 dl di acqua, 10 gr di sale

Penso in alternativa, ma quanto costa quella surgelata? 2 fogli da 250 g costano prezzo 3,50 al kg
In sintesi abbiamo:
Pasta sfoglia surgelata rettangolare a 3,50 al kg.
Pasta sfoglia fresca tonda al prezzo di 6,50 al kg
Pasta sfoglia fresca rettangolare al 9, 34-1o,78 al kg


Credo che questa differenza sia imbarazzante dal momento che gli ingredienti sono uguali, quindi si possono spendere prezzi differenti per uno stesso prodotto in cui il prezzo la differenza non è la qualità ma il metodo di conservazione o la sola forma.

Se la facciamo in casa mi costa più o meno 3,5 - 4 euro ma adoperando prodotti di qualità, mentre il prezzo surgelato è più o meno corretto secondo me, lo è meno il prodotto "fresco" già pronto !
10,78 al kg è esattente il +207 % con un range tra il 165 e il 207% a seconda del punto vendita, non di quella che io preparerei a casa ma di quella surgelata,mentre invece la pasta sfoglia rettangolare costa dal 44 % al'75% in più rispetto alla pasta sfoglia tonda, queste differenze di prezzo non sono giustificabili solo dalla forma o dal punto vendita!

Le paste sfoglie sul sito della Buitoni
NB aggiornamento del 25 Maggio 2010... il giorno dopo ......e come per magia la pasta sfoglia rettangolare buitoni è scontata alla cassa del 25%, ma il prezzo come vedete era di 2,68 cioè 11, 30 al kg di più di quello che io ricordavo, quella buitoni sfoglia tonda 1,49, la differenza è netta.




venerdì 21 maggio 2010

Hit parade degli alimenti anticancro

Permettetemi un po’ ironia su questo argomento che invece è molto serio, ogni tanto spunta un alimento o un nutriente anti cancro, la cui sorte è spesso breve, come una stella cadente nel cielo d'Agosto. Purtroppo l’esperienza mi ha permesso di vedere nel corso degli anni diversi alimenti o componenti degli stessi essere divulgati come miracolosi, tutti vantano la paternità della scoperta ma nessuno la responsabilità del fallimento.

Qualche esempio:
- Il betacarotene, noto come precursore della Vitamina A, si trova nelle carote nella frutta e verdura colore arancione ma anche nelle verdure a foglia verde come spinaci e bietole. Avrebbe dovuto prevenire il tumore al polmone si è poi scoperto che le integrazioni di betacarotene favorivano proprio lo sviluppo del tumore stesso.

- Il licopene contenuto nel pomodoro, a lungo proposto da medici e ricercatori come antitumore, FDA ha zittito tutti sostenendo che non ci sono prove sufficienti.

NB:il fatto che sulle loro qualità anticancro esistono forti dubbi, non vuole dire che non siano buoni per salute, per cui continuate a consumare alimenti con betacarotene, licopene.

Recentemente ho parlato dello studio di Paolo Boffetta, un ricercatore del Mount Sinai School of Medicine, New York (non lo avevo citato ma mi ha mandato un email molto simpatico) il quale sosteneva che le famose 5 porzioni di frutta e verdura hanno un impatto sulla riduzione dei tumori del 2,5-3% un dato non negativo ma certo rispetto al 20-30% sostenuto da alcuni membri della comunità scientifica, è un altra cosa!

Comunicazione deviante
Questa comunicazione eccessiva sugli alimenti distoglie secondo me l’attenzione su alcuni punti che ritengo più importanti nel rapporto tra alimentazione e cancro, come la produzione di frutta e verdura, sottolinierei di più la differenza tra agricoltura convenzionale o agricoltura biologica o agricoltura organica, in quanto per il cancro sono molto più pericolosi i pesticidi, i residui di nitrati, diossina, per non parlare della conservazione e di alimenti ricchi di additivi (conservanti, coloranti azoici) puntare l’attenzione sull’alimento o su un componente dello stesso, su un principio attivo miracoloso è pertanto deviante.

Nessun regime dieta o alimento protegge contro lo sviluppo del cancro, tuttavia alcuni comportamenti come quello alimentare può essere utile come strumento di prevenzione, perchè la malattia a cause multifattoriali :il fumo 30%, ormoni naturali o artificiali 30%, agenti infettivi, fattori ambientali (20%), genetici (5%) e l'invecchiamento, per cui l’effetto diretto nei confronti dell’alimentazione è difficile da quantificare e valutare.

No l'alimentazione non può prevenire tutti i tipi di cancro, proprio per questo non mi piace la speculazione su questo argomento, il dare false speranze o delle false prospettive, ritrovarsi in questa situazione ci si attacca a qualsiasi cosa, anche la più irrazionale.

Hit parade dei alimenti o nutrienti anticancro:

1) Curcuma
Si chiama anche curcuma lunga o zafferano delle Indie, una pianta della famiglia delle zingiberacee la sua conoscenza nei paesi occidentali e da attribuire alla diffusione della cucina ayurvedica. Dal rizoma giallo della pianta si ricava una polvere gialla una spezia tra le più adoperate nella cucina indiana, è uno degli ingredienti fondamentali della Masala. Nella medicina ayurvedica trova diverse indicazioni come la depressione, ma viene adoperato come antisettico e anti batterico. I ricercatori si sono concentrati su un componente la curcumina e in particolare sulla relazione del cancro al pancreas, colon e sistema digestivo, uno studio pubblicato nel 2004, la cosa più interessante è che ne basta un pizzico, un po' qualche grammo al giorno.

2) Champignon e funghi
Si avete letto bene, uno studio australiano svolto su 2000 donne cinesi, ha notato che il consumo giornaliero di 10 grammi di un particolare varietà di funghi può diminuire il 64% delle possibilità di sviluppare un cancro al seno. Nella farmacologia cinese e giapponese in realtà il fungo occupa un ruolo importante le specie orientali come shiitake, maitake ma soprattutto reishi. Sono stati condotti degli studi anche in Italia nell'Ospedale di Empoli, nel centro di Medicina Naturale, in particolare sul fungo l'Agaricus blatzei. In giappone estratti da funghi svolgono un ruolo da complemento nelle terapie di cancro, come il cancro allo stomaco e al colon. la voce negativa e che i funghi di queste varieta assorbono i metalli pericolosi quindi il luogo della raccolto o meglio della coltivazione è molto importante.

3) Pesce
Uno studio della Karolinska Institute di Stoccolma su 60.000 donne dal 40 ai 75 anni, si rileva che il consumo regolare di una volta alla settimana di pesci grassi in particolare salmoni, sardine , sgombri, ha un ruolo preventivo nel cancro al rene inibendo la crescita di cellule cancerogene e lo sviluppo di metastasi. I pesce grassi hanno un contento alto di omega 3, tanto che una sardina per esempio può contenere da 20 a 30 volte in più di una sogliola o di una cernia.

4) Caffè
Diversi sono gli studi presentati sul ruolo preventivo del caffè in una ricerca pubblicata sull’ International Journal of Cancer, è emerso che quattro tazze giornaliere sono associate ad un dimezzamento del rischio di cancro all’utero, mentre uno studio presentato al meeting dell’ American Association of Cancer Research indica che la stessa dose è associata a un abbassamento del rischio di carcinoma prostatico del 60%.

5) The
Ci sono dei studi discordanti secondo alcuni 4 tazze al giorno di the limita o meglio aiuta a prevenire il cancro all'endometrio (utero) secondo altri studi pubblicati sul British Medical journal avrebbe un ruolo negativo nel cancro all'esofago.

6) Finocchio
Il finocchio è indicato per la percentuali di quercitina un flavonoide uno studio pubblicato su British Medical Journal, indica che un assunzione giornaliera può prevenire il cancro al colon del 50% rispetto a coloro che non la assumono, grazie al contenuto di folati. Effetti positivi sono stati riscontrati anche nel cancro all'esofago e alla pelle. Tuttavia però il finocchio è ricco di fitoestrogeni ed è pertanto controindicato nel caso di cancro al seno o cancro alla prostata.

7) Melograno
una ricerca israeliana condotta da Michael Aviram, biochimico presso Lipid Research Laboratory del Medical Center Rambam di Haifa, il melograno possiede anche l’acido ellagico che impedisce alle cellule tumorali di svilupparsi rallentando l'evoluzione del cancro in particolare del cancro alla prostata.

8) Lampone
Anche per il lampone indicato per il contenuto dell'acido ellagico

9) Cavolfiore
ma tutte le Crucifere quindi anche broccoli, verze, rape, cavoletti di bruxelles, secondo uno studio americano condotto dal 1993 al 2001 su 30.000 uomini dai 54 anni ai 75 anni, quelli che avevano consumato diverse porzioni al giorno di crucifere avevano avuto un evoluzione più lenta del cancro alla prostata, dovuto alla presenza nella crucifere di glucosinolati che limitano la diffusione delle cellule.

10) Aglio
Sembra che svolga un ruolo preventivo così come cipolle, erba cipollina, scalogno, un consumo regolare e quotidiano sembra avere un effetto di ritardo sullo sviluppo del cancro allo stomaco al retto per contro altri studi lo vedono come negativo per il cancro al polmone, laringe, seno.

In sintesi : come abbiamo visto non esiste un alimento anticancro valido per tutti i 500 tipi diversi di cancro noti, qualche alimento o qualche principio contenuto in qualcuno aiuta in alcuni casi nella prevenzione o come coadiuvante nella terapia, non è che il consumo di un solo alimento in abbandonanza vi proteggera dal cancro per chi vuole saper di più rimando al post delle 10 raccomandazioni del World Cancer Research Found.

Fonti: il post deriva dalle lettura di diversi testi e riviste come : British Medical Journal, International journal of Cancer, Lancet, Stern, Der Spiegel, Lemonde, Le Figaro, Alimetazione e cancro di Beliveau e Worl Cancer Reserach Fund.

martedì 18 maggio 2010

Noci, nocciole e mandorle contro il colesterolo? La comunicazione dei super alimenti e dei super cibi

La rivista Archives of Internal Medicine ha pubblicato un analisi di 25 studi sui benefici della frutta secca sui lipidi nel sangue. Analisi conclude sostenendo che 67 grammi al giorno di frutta secca hanno la possibilità di ridurre il colesterolo. Infatti un gruppo di volontari che hanno consumato una media di 67 grammi al giorno di mandorle, noci o nocciole per 3-8 settimane, hanno avuto ottenuto : una riduzione del 5, 1% il colesterolo totale, il 7,4% di quella del colesterolo cattivo, un ridotto tasso di trigliceridi. L'effetto però è limitato alle persone in normopeso, nelle persone in sovrappeso è molto ridotto e quasi nullo. Conoscete persone che hanno il colesterolo alto e che non sono in sovrappeso? Si ci sono ma sono una percentuale inferiore ai sovrappeso!

L’associazione fra frutta secca e livelli di colesterolo non è nuova, come non è nuovo il rapporto tra frutta secca e obesità, dove alcuni studi dimostrano che un consumo regolare di frutta secca è associato a minore livelli di grassi nel sangue. Ci sono diversi studi dove hanno verificato che il consumo di frutta secca 4 volte alla settimana determina su alcuni soggetti una riduzione del 37% della probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari.

Questo perché la frutta secca è ricca di acidi grassi insaturi, fibre, potassio, magnesio, antiossidanti ecc ecc. Attenzione però non vi basteranno 67 grammi al giorni di frutta secca per diminuire il livelli di colesterolo, ma dovrete anche correre e avere una dieta equilibrata, cioè non basta solo mangiare frutta secca ma deve essere inserita all'interno di un terapia di una dieta alimentare.

Quello che fondamentalmente non mi piace di questa comunicazione è la modalità sempre più frequente che da una connotazione di super potere a questo o quell’alimento, non trovo sia corretto perché nessun alimento è solo, non è che possiamo mangiare solo frutta secca, lamponi e bere succo di melograno. Mi ripeterò ma insisto che solo uno stile di vita attivo all’interno di una dieta equilibrata unito ad un regolare esercizio fisico può aiutare a mantenere in buona salute per mantenere integro il nostro patrimonio di salute. Poi all’interno di questa alimentazione equilibrata si può variare preferire o scegliere un alimento al posto di un altro, ma tutto qui.

Non è neanche facile mangiare 67 grammi di frutta secca al giorno, tutta via possiamo con un po' di fantasia aggiungerli aggiungerli nella prima colazione al mattino e qualche volta nell’insalata. Un problema nasce per coloro che sono allergici . Anche Montignac nei suoi consigli alimentari a basso indice glicemico, consigliava di inserire nella propria dieta cibi a basso indice glicemico come la frutta secca perché riuscivano meglio a controllare la sensazione di fame.

Chi ha finanziato lo studio? Internationl Tree Nut Council nutrition research, istituto finanziato da un gruppo di produttori di frutta secca.

In questi giorni è uscito il libro di un giovane ricercatore di biochimica a caccia di notorietà, ultimamente il settore pullula di tanta gente in particolare biochimici e biologici, oramai tutti possono parlare di alimentazione tranne gli i Medici Specialisti in Scienze dell'alimentazione, un tale Marco Bianchi "i magnifici 30", supercibi che guariscono, tra l'altro già apertamente a livello internazionale non noti ma stranoti, dove è la novità? Che curano dovrebbe affermarlo un medico, perchè si presuppone una diagnosi e una terapia. Per il discorso che facevo prima non esistono cibi dai super poteri, hanno senso taluni alimenti solo se inseriti all'interno di una dieta equilibrata e una attivita fisica regolare!

Questa tendenza però aumenta una cultura di false speranze nei confronti dell'alimentazione, alza le aspettative da parte dei consumatori e ne influenza negativamente le scelte, che spingono a rifiutare mele e pere, proprio la rappresentante di banco alimentare mi parlava dei 220 kg di mele al giorno che vengono ritirate dalle mense nella città Milano per non essere buttate via.

La cultura del super cibo aumenta spesso il valore percettivo di alcuni alimenti e il prezzo, apre la strada ad aziende senza scrupoli per proporre prodotti arricchiti da super alimenti. Fino a dieci anni fa il melograno non lo voleva mangiare nessuno e te lo tiravano dietro, oggi viene venduto a peso d'oro e il succo è quasi diventato un elisir che viene centellinato come un vino pregiato, da quanto hanno scoperto la sua ricchezza di antiossidanti.

Io non dico di non comprare il melograno o di non mangiare frutta secca ma non dobbiamo avere un alimentazione solo di super cibo o super alimenti, una selezione è importante ma tuttavia non bisogna dimenticare gli ingredienti primari della notra alimentazione.

venerdì 14 maggio 2010

Sushi, tartare, salmone affumicato, thè, caffè sono alimenti indicati per un bambino?


Ieri sera ero al ristorante vicino al mio tavolo c'era un bambino seduto su un seggiolone, a cui la mamma dava da mangiare del sashimi che il bambino a occhio e croce avrà avuto quindici mesi e lo sputava continuamente, in certi casi come fare? Oggi tutte le guide o i manuali dell'alimentazione sono ricchi dell'introduzione degli alimenti ai bambini come la pera, la mele, kiwi, l'uovo, la fragola, ma negli ultimi anni l'alimentazione si è modificata, sono entrate nella nostra quotidianità cibi o alimenti che fino a qualche anno fa non c'erano, cosi mi è venuto in mente di fare questo post.

Dai tre anni in poi un bambino può alimentarsi come un adulto, tuttavia ci sono piccole precauzioni, bisogna fare particolare attenzione ad alcuni alimenti se in famiglia c'è qualche parente che ha un allergia a qualche alimento, bisogna magari provare a darne un po' delle piccole porzioni o poco quantità per vedere la tollerabilità, i bambini sono curiosi specie magari di fronte a un paitto bello colorato di sushi, ma su alcuni punti secondo me bisogna prestare un po' di attenzione:

Il sushi dopo i 3 anni

E' un cibo a base di riso cotto condito con aceto di riso, zucchero e sale e combinato con un ripieno o guarnizione di pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato e può essere servito disperso in una ciotola di riso, arrotolato in una striscia di alga o disposto in rotoli di riso o inserito in una piccola tasca di tofu. Della cucina giapponese fanno pare anche maki o anche il nigiri e il sashimi (che composto di solo pesce crudo).

Il pesce crudo a piuttosto difficile da digerire per un bambino, a partire dai tre anni un bambino può provare un po' a condizione che lo tolleri, al momento non mi è ancora capitato di vedere un bambino che chiede di mangiare sushi o sashimi (magari in Giappone si, ma qui no) importante è che il pesce crudo sia fresco e ben conservato.

Attenzione il pesce crudo potrebbe contenere microrganismi che provocano infezioni o tossinfezioni, come Listeria, Escherichia coli, Salmonella, tutti batteri che provocano problemi gastrointestinali problema relativo non solo al pesce crudo, ma anche ad altri alimenti come carni. Solo in soggetti particolarmente deboli possono mettere in pericolo la vita, come i bambini anche gli anziani possono considerarsi soggetti più a rischio.

Tartare dai 5 anni in poi

Per tartare si intende una preparazione a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. In alcuni casi la ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o con succo di limone e deve essere speziata. Viene in genere proposta con l'aggiunta di cipolla, capperi, un tuorlo d'uovo e accompagnata con salse come la salsa tartara o della salsa Worcester. Sembra che il nome derivi dalla tribù dei tartari originari dell'Asia centrale.

A causa della mancata cottura questo piatto ha probabilità maggiori di essere contaminato da batteri e parassiti.
La tartare dovrebbe essere proibita ai bambini al di sotto dei cinque anni, proprio perchè la carne cruda è a rischio di batteri, questo non vuole dire che quando sarà più grande non impari ad apprezzarla ma non è indicata in un'alimentazione per bambini, per lo stesso problema del pesce crudo.

Il salmone affumicato, meglio il salmone fresco cotto

L'affumicatura ha la capacita di essere un abbattere diversi microbi, infatti i nostri antenati affumicavano le provviste per l'inverno proprio al fine di renderle più sicure, tuttavia per un bambino la presenza di parassiti potrebbe essere un cibo non sicuro. Il pesce è una fonte di proteine molto importante e un ottima alternativa alla carne, è una forte di grassi insaturi eccellente per lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso, tra l'altro in genere il sapore del salmone è anche molto gradito ai bambini.

Sarebbe bene consumare salmone fresco ogni tanto, importante è la quantità ricordate un bambino non ha bisogno delle stessa quantità di un adulto, mangiare pesce due o tre volte alla settimana è una buona indicazione ma pesce fresco e cotto, si possono facilmente anche variare le qualità con sogliola, trota ma anche pesce azzurro.

The o caffè, più tardi possibile

Il consiglio è quello di evitare di dare ai vostri bambini the o caffè perchè contengono alcune sostanze eccitanti, cosi come anche certe bevande alla soda che contengono caffeina. provate a pensare che lo stesso quantitativo di una tazza di caffè o di soda potrebbe avere su un adulto di 65 kg piuttosto che di un bambino di 15 kg, la concentrazione di caffeina sarà più forte in un bambino, questo spiega perchè un bambino dopo avere bevuto una lattina di Coca Cola si muove con vivacità, la caffeina genera dipendenza, quindi sarebbe bene da introdurre il più tardi possibile

giovedì 13 maggio 2010

Alimenti da carni d'animali clonati, l'ENVI ha respinto la proposta per UE

Fonte immagine Ouest-france.fr

Buone notizie dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) dell' Unione Europea che ha respinto la proposta di autorizzare la commercializzazione di alimenti derivati da carni d'animali clonati.

C'è stato un tentativo da parte di alcune aziende di potere fare includere la vendita di carni provenienti da animali clonati all'interno del regolamento "Novel Food". Per chi non conosce questo termine si intende per Novel Food:

Nuovi alimenti o i nuovi ingredienti alimentari, disciplinati dalla legislazione alimentare comunitaria con il Regolamento (CE) 258/97, sono tutti quei prodotti e sostanze alimentari per i quali non è dimostrabile un consumo “significativo” al 15 maggio 1997 all’interno dell’Unione Europea (UE) .Il regolamento facendo testo a quella data, non vuole consentire la commercializzazione “tout court” di prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo sicuro a livello comunitario e offrire d'immettere il “novel food” cioè alimenti nuovi sul mercato comunitario, previa autorizzazione.

Ai sensi del Reg. 258/97, i “novel food” devono ricadere in una delle seguenti categorie:
1) prodotti o ingredienti alimentari con una struttura molecolare primaria nuova o volutamente modificata
2) prodotti o ingredienti alimentari costituiti o isolati a partire da microrganismi, funghi o alghe
3) prodotti o ingredienti alimentari costituiti da vegetali o isolati a partire da vegetali e ingredienti alimentari isolati a partire da animali
4) prodotti e ingredienti alimentari sottoposti ad un processo di produzione non generalmente utilizzato, che comporta nella composizione o nella struttura dei prodotti o degli ingredienti alimentari cambiamenti significativi del valore nutritivo, del loro metabolismo o del tenore di sostanze indesiderabili.

Sono stati esclusi dal Reg. “novel food” gli alimenti OGM (Organismi Geneticamente Modificati), per essere disciplinati in modo specifico e autonomo con il regolamento (CE) 1829/2003

I membri del Comitato ENVI hanno respinto l'inserimento all'interno dei Novel Food e hanno chiesto che gli alimenti derivati da animali clonati debbono essere oggetto di normativa specifica. All'interno dell'UE, l'uso della clonazione per la produzione di cibo è un dibattito aperto e discusso. Attualmente c'è una vasta maggioranza sia di consumatori che di istituzioni che si oppongono.

Se il voto sarà approvvato dall'intero consiglio europeo si allontana la possibilità di vedere derivati di animali clonati nel piatti dei consumatori dei paesi dell'Unione Europea, la procedura di una normativa specifica è più lunga ed elaborata, come per OGM.

Inconsapevolmente io sono per il principio di precauzione e contento per la decisione, il solo pensiero mi attanaglia. Io sono per la diminuzione della quantità di carne nei nostri piatti e ho apprezzato molto la decisione di alcune mense scolastiche di togliere o ridurre* la carne dal menù, tuttavia mi chiedo se è giusto o se sono io poco aperto all'innovazione e alla scienza?

* NB scusate mi sono espresso male, colgo il commento di Susy, non volevo dire che bisogna eliminare totalmente dall'alimentazione dei bambino la carne, ma favorevole a una riduzione, volevo solo dire che in alcune mense in seguito all'alto consumo di carne nelle famiglie a casa, in Francia nella regione di Lille, Rouen, Calais, era stato deciso di togliere o comunque ridurre 1 volta a settimana la porzione di carne, sostituento con preparazione a base pesce, uova, legumi e verdura, per equilibrare l'elevato introito di proteine derivanti da carni.

lunedì 10 maggio 2010

Perchè frutta e verdura diventano di marca? Il marketing della frutta.



Non potevo iniziare il post con questo che è il primo e inimitabile secondo me spot della banana Chiquita, talmente fatto bene divertente e allegro, è attuale ancora oggi. A mia memoria è stata la prima frutta che possiamo definire firmata, per molti anni il marchio Chiquita è stato sinonimo di Banana.
Nonostante le campagne di educazione alimentare, le 5 porzioni di frutta e verdura, il consumo di frutta dal 2000 ad oggi, è in diminuzione del 18% in volume di vendita (Cso, confronto 2000-2009), non tutta la frutta si vende meno c'è invece la frutta firmata che segna un netto aumento come mele, kiwi, banane, frutti di bosco.

Esistono diversi tipi di frutta firmata

1) Brand territoriale, frutta a denominazione d'origine, cioè quella che viene indicata con la certificazione d'origine con i marchi IGP e Dop come l'arancia rossa siciliana , la fragola di Cuneo o come i presidi Slow Food, ma anche di un territorio definito come Melinda (Trentino, Val di Non e Val di Sole), Vog - con i marchi Marlene, Marlene bio e Südtiroler Apfel g.g.A (Alto Adige), Melapiù (Emilia Romagna) Melalavì (Lombardia, Valtellina), Ciliegia di Vignola (Emilia Romagna, Vignola).

2) Brand ombrello, cioè sono quei marchi che possono vantare più varietà di frutta con lo stesso marchio esempio Chiquita, Del monte, Giotto, molte cooperative dell'Emilia Romagna. All'interno di questa categoria ci sono anche i marchio BIO come Almaverde, specializzati in frutta e verdura proveniente da agricoltura biologica, che dispongono di molte varietà.

3) Brand internazionali come la mela Pink Lady i quali non ci danno un indicazione territoriale ma spesso di una frutta riconoscibile per una certa varietà, si tratta molto spesso di brevetti, frutto della ricerca di una selezione di incroci e di varietà, la cui coltivazione è adattabile a diversi luoghi. questo permette di elaborare strategie di marketing internazionali con l'obiettivo di posizionarsi come un prodotto di alta gamma cioè ad alto valore aggiunto ad un prezzo più alto.

Oggi il più del 50% di frutta e verdura secondo i dati forniti da Cso è venduta nella grandi superfici dei supermercati e ipermercati, chiaramente l'offerta di frutta e verdura di marca si traduce all'interno del super in un' immagine più curata (non necessariamente più buona e più sana), questo permette alla frutta firmata una maggiore evidenza e valorizzazione, si differenzia rispetto alle altre.

Perchè si compra la frutta firmata? Secondo uno studio di Ipsos italia, per la sicurezza cioè ci si affida al brand come sinonimo di qualità anche se il 44% degli intervistati ha dichiarato non coglie la differenza tra frutta firmata e non.

Vediamo alcuni esempi quali sono i brand internazionali che si muovono di più tra i Global Fruit, (ci sono anche Angurie, Pesche, Pesche noci, Prugne, Ciliegie)

Arriva dall'Australia è arrivata sui mercati più o meno dieci anni fa, è nata dall’ibridazione di Lady Williams e Golden Délicious, la nuova mela ha subito ottenuto un grande successo. Oggi ne sono commercializzate in europa 100.000 t, Pink Lady ® è la marca di mela europea leader del mercato! Le mele Pink Lady hanno un disciplinare con parametri per quanto riguarda il tasso zuccherino, consistenza, colore. Viene coltivata in Italia (Emilia Romagna, Alto Adige con Vog) in Spagna (Catalogna) e in Francia (Sud Est, Sud Ovest, Valle della Loira). Pink Lady è un associazione di produttori che spende il 5% del suo fatturato in comunicazione, numerose le iniziative di promozione come per il San Valentino, ha un prezzo superiore attorno ai 2,40 euro al kg.


La pera Angelys
Arrivata intorno al 2000, nuova varietà di origine francese, frutto di incroci tra Decana d'inverno e Decana del comizio, è coperta da brevetto, per le sue caratteristiche si conserva bene a temperatura ambiente ma sopratutto si commercia da Dicembre fino a fine Giugno, che permette di allungare la stagione delle pere. L'associazione di produttori Angélys è stata istituita nel 2003 per promuovere il marchio e garantire il rispetto della qualità. Viene coltivata in Spagna, Italia (Veneto, Emilia Romagna) e Francia.


Zespri gold
La kiwi Zespri è una multinazionale con 1.450 milioni di fatturato nel 2009 in dollari. Un kiwi su tre nel mondo è kiwi Zespri. Il gruppo, che si occupa solo di marketing e d' innovazione riunisce più di 2.500 coltivatori di kiwi in Nuova Zelanda e 1300 produttori in tutto il mondo (Cile, Australia, Italia). Per ogni 3,5 kg di kiwi venduti devono pagare 7,72 dollari in royalties. Un contratto remunerativo per l'azienda che ha guadagnato quasi 800 milioni di dollari per la stagione 2009. Se i kiwi quelli verdi rappresentano ancora la quota maggiore di vendite, Zespri invece dal colore oro, polpa gialla e dolce, aumenta ogni anno le vendite del 15%.

Frutta firmata o frutta non firmata?

sabato 8 maggio 2010

Esloultimo, il supermercato (poco) gratuito?

Negli ultimi anni si sono diffuse una serie di iniziative commerciali per venire incontro budget meno disponibili come gli hard discount o luoghi di acquisto speciali a prezzo ridotto come gli outlet. Dallo scorso anno invece si sono diffuse iniziative in particolar modo negli Stati Uniti d'aiuto alimentare come il Free Food ,un evoluzione del campione gratuito di omaggio alle aziende, in Italia per esempio c'è il Banco Alimentare che provvede ad aiutare famiglie in difficoltà , in Austria invece c'è Vinzimarkt, un' associazione di aiuto sociale che tramite una carta fedeltà rilasciata solo a c0loro che hanno un reddito inferiore a 800 euro al mese possono fare acquisti alimentari alcuni gratuiti altri a prezzi scontati del 30%.

In Spagna invece è nato il concept di esloultimo non ha alcuna funzione sociale, è pagato dalla pubblicità, è gratuito l'acquisto nel senso che è prevista la gratuità nel cambio della partecipazione a una ricerca di mercato. Una "gratuità relativa" che permette alle aziende di fare dei test affidabili è un risparmio in termini di costi e ad alcuni consumatori qualche prodotto gratuito o semi gratuito.

Non si puà fare supermercato solo con regali cosi per rendere un offerta più completa esloultimo, rispetto alla sua inaugurazione a ottobre 2009, ha introdotto da lotti di merce invenduta al 30% del suo costo normale, ma la gamma non è completa e sufficiente per fare una spesa.

Esloultimo non è solo alimentazione ma una vasta gamma di prodotti dai telefonini ai casalinghi il problema è che questi prodotti non ci sono sempre sono a rotazione, un' offerta varia molto a secondo della disponibilità, piuttosto un modo per curiosare chi va alla ricerca del low cost a tutti i costi. Tuttavia è stato annunciata l'apertura in Francia, Germania e Svizzera.

Esloultimo però non è diretto alle persone decisamente bisognose anzi spesso di queste iniziative non sono a conoscenza, ho fatto un servizio gratuito presso un ente pubblico per tanti anni e ho scoperto che le persone che veramente hanno bisogno per vergogna non chiedono, si barcamenano con quello che hanno, risparmiando anche sulla generi di prima necessità, mentre mi sono trovato con persone senza alcun necessità finanziaria chiedono servizi e prestazioni gratuite.

Trova più prativa e interessante l'offerta austriaca di Vinzimarkt con la tessera fedeltà, che viene ricaricata con dei punti ogni fine mese e uno decide di spendere come vuole. Anche le iniziative di banco alimentare. C'è pero da fare una tirata d'orecchie a molte aziende con la loro strategia per il prezzo alto, per esempio il prezzo dei cereali quest'anno è sceso del 50% rispetto al picco di due anni fa ma né prezzo del pane né prezzo della pasta sono scesi di un centesimo e poi dicono che non si mettono d'accordo e che i prezzi sono prezzi di mercato!

giovedì 6 maggio 2010

Fagomine, la nuova molecola per diminuire la sensazione di fame?

I ricercatori del Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica in Spagna (CSIC) hanno brevettato un processo biotecnologico che consente la produzione di una molecola naturale: fagomine, un alcaloide che può ritardare l'insorgenza di fame. Gli scienziati dell'Institute for Advanced Chemistry in Catalogna hanno partecipato allo studio accanto a quelle del CSIC, grazie ad un finanziamento della banca Caja Navarra Fondazione Genoma España. (Credo che sia bene citare chi la ricerca scientifica la finanzia. al di là dei risultati).

Il meccanismo su ci agisce la nuova molecola è noto, quando consumiamo cibi ricchi di zuccheri raffinati, c'è un rapido aumento della glicemia. Questo viene rapidamente metabolizzata in modo da ridurre la sua quantità in un tempo molto breve. Questa diminuzione, che è un meccanismo naturale del metabolismo, induce appetito per il nuovo zucchero e provoca la sensazione di fame.

Questa molecola agisce sui picchi di glucosio, evitando e prevenendo l'insorgenza rapida di appetito. E 'in realtà simile al glucosio che si trova in piccole quantità nei semi di grano saraceno. Rallenta l'assorbimento di glucosio a partire dagli zuccheri e amidi raffinati (cereali, patate o pasta), che ritarda l'inizio dell' appetito. La sua produzione in grandi quantità utilizzando metodi enzimatici consentirebe lo sviluppo di nuovi alimenti funzionali che potrebbero essere in grado in persone particolarmnete sensibili di controllare melgio i meccanismi delle fame e di conseguenz ail controllo del peso. Lo sviluppo del mercato sarà Biolange un' iniziativa imprenditoriale la cui commercializzazione sarà alla fine di quest'anno negli Stati Uniti.

Questa molecola potrebbe aiutare a controllare meglio lo stimolo della fame, anche se bisognerebbe mangiare meno cibi raffinati, ma oramai la produzione agroalimentare è orientata con la produzioni di cibi raffinati che provocano questi problemi e che la soluzione sia: un altro prodotto alimentare con all'interno questa molecola Un un modo molto "originale" da parte delle aziende alimentari di trovare una soluzione al problema.

martedì 4 maggio 2010

Hit parade degli allergeni (la differenza tra allergia e intolleranza) le allergie nell'aria e negli alimenti

Un po' d' ironia conosco bene le allergie, sono anche io un allergico e con il tempo ho imparato a scherzare sul mio problema, anzi ho trasformato la mia allergia in una opportunità scoprendo la cucina e preparandomi da mangiare a casa. Oggi le allergie sono un problema noto, quando io ero bambino mi mandavano dallo psicologo perchè convinti che le manifestazione della mia allergia erano dovute a problemi di salute mentale, mangiavo e stavo male e mi portavano dallo strizza cervelli, stiamo parlando di 40 anni fa' è vero un tempo che sembra lungo ma in realtà è ieri. Oggi i stessi Pediatri sono particolarmente attenti a scoprire i primi segni di allergia, tanto che consigliano di introdurre alcuni alimenti più allergizzanti graduatamente e dopo i 3 anni.


Che differenza c'è fra allergia e intolleranza?

Si dice allergia alimentare una reazione clinica avversa ad alimenti dovuta ad alterata risposta immunologia ad allergeni presenti negli alimenti. Nel 2001 l’European Accademy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI) ha proposto una nuova nomenclatura delle reazioni allergiche: si identificano sotto la dizione di ipersensibilità agli alimenti tutte quelle reazioni strettamente correlate alla suscettibilità dell’individuo a produrre anticorpi specifici presenti nell’alimento. Questa si suddivide poi in :
a) allergia alimentare, il cui meccanismo è immunologico ( IgE mediato oppure con meccanismi diversi, reazioni cellulo-mediate o determinate da immuno complessi)
b) Intolleranza alimentare il cui meccanismo non è immunologico .
L’ intolleranza alimentare si suddivide in tre sottogruppi:
a) intolleranza farmacologia (es. caffèina)
b) intolleranze enzimatiche, dovute a un deficit enzimatico totale o parziale come il deficit di lattasi nell’intolleranza al lattosio
c) intolleranze ai meccanismi patogenetici non definiti come intolleranze ai salicilati


Le allergie d'aria

Pollini.
Starnuti, naso che cola, naso chiuso, congiuntivite allergica ... I sintomi compaiono quando inizia la stagione del polline. Come prevenire : tenere le finestre chiuse nelle giornate di vento il più possibile e stare in casa tra le 6 e 10 del mattino, le ore in cui l'aria è più "ricca di polline. Bisogna prestare particolare attenzione ai giorni di sole dopo una giornata di pioggia, sono i momenti peggiori.

Peli di animali
Le proteine secrete dalle ghiandole sebacee del vostro animale domestico si trova nella sua saliva quando si lecca il pelo ... e può causare reazioni allergiche. Le allergie possono svilupparsi in un anno o due dopo l'adozione del vostro animale domestico. Prevenzione: vietare l'accesso dell'animale alla vostra camera, togliere tappeti e acquistare un aspirapolvere con filtro anti-allergico.

Acari
Queste creature microscopiche prosperano in ambienti umidi . Prevenzione: copertura materassi e cuscini con tessuti anti acari, lavare lenzuola ogni settimana a 60 ° C come minimo, bandire le piante verdi dalla zona notte della casa. Attenzione allergia incrociata: chi è allergico agli acari della polvere, spesso ha anche allergie alimentari le più comuni sono ai frutti di mare e frutta secca.

Muffa
Toccando o inalazione dell'odore di muffe possono causare reazioni allergiche nelle persone sensibili. Per precauzione, installare una buona ventilazione nelle parti umide della casa (bagno, cucina ...) ed evitare conzioni ambientali che ne facilitano la formazione, per esempio in autunno le foglie morte in giardino.

Profumo.
Candele profumate, deodoranti per la casa, il profumo dei detersivi possono provocare allergie che aumentano gradualmente con l'esposizione ai profumi "sintetici".

Allergie al cibo
è un reazione dicevamo che avviene entro poche ore o minuti dopo il contatto (ingestione o inalazione) con il cibo. Quando il cibo ''incriminato'' viene portato alla bocca e deglutito, può provocare immediatamente prurito e gonfiore alle labbra, al palato e alla gola; una volta nello stomaco e nell'intestino, può provocare nausea, vomito, crampi, gonfiori addominali, flatulenza, diarrea. Al di fuori dell'apparato gastrointestinale, sono frequenti le reazioni cutanee come orticaria e angioedema (un gonfiore molto pronunciato e localizzato soprattutto attorno agli occhi e alle labbra)
Nei bambini è frequente : l'uovo, latte, arachidi, legumi sono le allergie alimentari più comuni.
Negli adulti, gli allergeni sono diversi vediamo una panoramica suddivisa per gruppi:

Rosaceae
In questo gruppo di allergeni si trovano in albicocche, ciliegie, fragole, lamponi, pesche, mele, prugne ... e nocciole.

Lattice
Chi è allergico al lattice è allergico anche ad alcuni aliementi come banana, avocado, castagne, e kiwi , ananas, melone, fichi, uva, sedano. Si noti che questi alimenti sono spesso coinvolte in allergia crociata con il lattice. Gli infermieri, chirurghi, ostetriche e tecnici di laboratorio sono più interessati perché il rischio di contaminazione e l'obbligo di indossare guanti di lattice per tutto il giorno. Info Associazione allergici al lattice.

Apiceae o Umbelliferae.
Queste sono tutte le piante con foglie a ombrello che vengono utilizzate in cucina: aneto, carota, sedano, coriandolo, finocchio, semi di anice, prezzemolo.

Frutta secca.
Mandorle, nocciole, noci, anacardi o noci pecan, pinoli, pistacchi ...

Cereali.
Tutti i prodotti a base di grano, segale, orzo, avena, farro, kamut possono provocare allergie a causa di un'intolleranza al glutine, una proteina contenuta in questi grani. Questa allergia, detta anche morbo celiaco, richiede una stretta dieta di eliminazione. Info Celiachia.it

Negli ultimi anni, alcuni alimenti sono responsabili di allergia alimentare nuove: allergeni 'emergenti' sono: lupino, quinoa, molluschi, orzo, latte di pecora o di capra.

PS aggiornamento ultima ora: giovedi 6 maggio sarò a Milano
alla presentazione del libro di Arianna Banderali e Manuela Campanelli "Ricette low cost", mangiare sano spendendo poco, alla libreria Mondadori di via Marghera, metrò De Angelis, alle ore 18,30.

domenica 2 maggio 2010

Cosa pensano i bambini dei pasti e degli alimenti, ma un educazione alimentare può partire dal basso?

I risultati di un sondaggio condotto dall'istituto di statistica Nielsen, pone une riflessione sull'educazione alimentare, proprio mentre partono campagne di comunicazione, si spendono milioni e milioni di euro in tutta Europa per poi vedere che il consumo di frutta diminuire in dieci anni del 18% come in Italia, se i risultati sono questi si può anche evitare di spendere questi soldi. Sempre di più le campagne di educazione alimentare diventano un business, tutti vogliono partecipare ma per motivazioni che poco hanno a che fare con la medicina, la salute e la prevenzione. Tutti hanno la pretesa di insegnare qualcosa, al bambino del ruolo di cattedratico universitario importa poco, da molto più ascolto alle sue impressioni, ai suoi punti di riferimento sono la famiglia, la maestra, i compagni di scuola. Ma se invece di partire dall'alto del nostro presunto sapere medico scientifico, partissimo dal basso, dal chiedere ai bambini?

Cosa è cio che conta veramente per i genitori?
Il 51% un pasto equilibrato è il principale criterio preso in considerazione nel preparare del pranzo per i loro figli.
Per il 24% dei genitori è la qualità dei prodotti
Per il 17% soddisfare il gusto dei bambini.
Per 8% un pasto con un sapore pieno e ricco.

Ma i bambini cosa ne pensano?

Che cosa ti spinge a sedersi a tavola?
Perché ho fame (53%),
Per mangiare ciò che mi piace (27%).
Per soddisfare i genitori (20%)

Quello che vi piace di più a tavola (in Italia)?
Pasta 42%
Pizza 35%
Pesce fritto 6%
Patatine fritte 5%
Hamburger 5%
Salame 4 %
Purè 3%

Reazione dei bambini a qualcosa di nuovo nel piatto:
Il 36% mangia per far piacere ai loro genitori
Il 25% lo mangia perché è presentato con un cibo che piace
Il 39% dei bambini non lo mangiano

Le principali cause del rifiuto
Odore sgradevole
Strano/diverso
Brutto da vedere
Sapore amaro
Duro, difficile da masticare
Punge, ha le spine

Al 96% dei bambini il piacere di aiutare i loro genitori preparare i pasti, il 61% dichiara addirittura piace molto.

come vediamo delle risposte dei bambini, se vogliamo veramente aiutarli a modificare le abitudini alimentari, a fare crescere il loro gusto, ci vengono loro incontro, delle indicazione ce le danno, sapremo ascoltarle?

PS è stato reso pubblico, non per mia volontà, i voti del concorso Squisito
, colgo occasione di ringraziare coloro che mi hanno votato, tanti favolosi e discreti, non entro nella polemica del concorso anche se un po' di puzza di bruciato è arrivata anche a me, il concorso è nato per fare conoscere l'evento enogastronomico e non i blogger, ricordate concorsi e premi sono sempre decisi a tavolino non prendetevela non ne vale la pena.