venerdì 30 marzo 2012

Le uova di Pasqua 2012 tra amarcord e crisi


Si avvicina la Pasqua e sento nascere la mia curiosità attorno all' uovo di Pasqua al cioccolato. Devo dire che il mio interesse per l'uovo di Pasqua non ha seguito in famiglia, vedo poca attenzione da parte delle nuove generazioni, allora mi sono chiesto ma l'uovo di Pasqua è solo amarcord, ha un valore simbolico solo per la mia generazione?

Quando io ero piccolo, cominciavo un mese prima di Pasqua, andare a comprare il giornale al nonno fare le commissioni alla nonna, portare il cane ai giardini, buttare la spazzatura, fare tutte quelle cose che mi avrebbero dato dei crediti per la speranza di avere in cambio un bell'uovo di Pasqua al cioccolato perché il cioccolato era un alimento riservato alle grandi occasioni.


Che futuro avrà l'uovo al cioccolato di Pasqua?
Ieri sono andato a trovare mia nonna 99 anni, ha preso la bronchite, qualche giorno prima le avevo mandato tramite mia figlia l'uovo di Pasqua e ho visto che lo ha esposto in salotto, mi ha fatto molto tenerezza, mi ha detto che aspetterà Pasqua per mangiare il cioccolato. Questo mi ha fatto ancora di più capire il valore diverso che diamo alle cose cambia attraverso le generazioni (mia figlia mi ha detto ma Papà alla bisnonna porto l'uovo al cioccolato, ma non ha il cioccolato?)

Negli ultimi anni il valore aggiunto all' uovo di Pasqua è stato il giocattolo, la sorpresa poco sorpresa , il cioccolato sembra un pretesto per vendere il giocattolo. Questo ha distratto l'attenzione sulla qualità del cioccolato, nessuno delle uova al cioccolato che si vende al supermercato e nemmeno di quelli che si vendono in molte pasticcerie vuole porre l'attenzione alla qualità del cioccolato. Il marketing dell'uovo si Pasqua è tutto sulla sorpresa più delle confezione esterna che di quella interna. In altri termini si potrebbe dire molto fumo e poco arrosto (chieso scusa ai vegetariani)


L'attenzione alla qualità del cioccolato non è poco importante dal momento che il costo va  in media dalle 30 alle 60 euro al chilo, un uovo al cioccolato da 300 grammi in media può costare anche 15 ai 18 euro, non sono proprio pochi, ma nessuno sembra sottolineare o giustificare il prezzo, per assurdo manca il Marketing del cioccolato.. 

Ahimè le alternative di cosa comprare con 60 euro al kg di cioccolato sono tante e sono tante anche con 15 euro anche 15 tavolette da 100 g, un uovo non è tanto conveniente visto in generale la bassa qualità del cioccolato, controllare le etichette è fondamentale sempre come scegliere il cioccolato

Cosi dal cattivo rapporto prezzo qualità e la diminuzione del valore simbolico dell'uovo di Pasqua, si riducono i volumi di vendita, si riducono le dimensioni del cioccolato, una crisi dell'uovo al cioccolato anche formale il massimo è dato da famosi cioccolatini che per l'occasione vengono confezionati come un uovo di pasqua  per esempio i Ferrero Rocher, Kinder Ferrero, Baci Perugina.

Questa tendenza è confermata anche dalla mia ultima visita a Parigi, dove le nuove proposte di uova di cioccolato vanno in questa direzione, la riduzione delle misure in genere 15, 20 cm raramente 25, 30 cm, ma sopratutto la classica forma a uovo sembra che non attiri più nelle proposte di alta gamma.Tanto che novità è l'uovo cubico dello chef pâtissier Pierre-Antoine Bayle

Le nuove tendenze 2012 per l'uovo di pasqua: le figure d' animali: non solo pulcini e galline, ma rinoceronti, orsi, scimmie, leoni, zebre, per una "Pasqua selvaggia"
Ci propone un pesce che si butta in un mare di cioccolato

La collezione Chocovico delle piccole uova pulcino, decorante con simpatia ma c'è anche tutta la savana al completo.
15 cm  55 Euro



Lenotre
Orsi gourmand un intera collezione
da 15 euro

Dallayou
I passerotti, simbolo della primavera
15 cm 70€

Uovo zebrato, la zebra è l'ispiratrice delle uova, ma è tutta la savana una collezione di diversi animali al cioccolato dalla scimmia al rinoceronte da 39  a 69  15, 21 cm



Chocolat Deneuville
Parliamo di Pasqua selvaggia non poteva mancare il Re il Leone, 16 cm, 200g 17.90 € (89,50 € /kilo)

Des gateaux et du pain
Non è proprio nella foresta ma quest'uovo che rappresenta l'Avocado un po di natura selvaggia sà,  Oeuf "Avocat" cioccolato al latte 10 cm 16,00 €  Oeuf Avocat chocolat au lait 15 cm 33,00 €


Fuori dal coro

Uovo Theobroma, un gran bell'uovo al cioccolato di 18 cm, 65  fatto da solo cacao del Madagascar e composta da sette crù di cioccolato diverse (lo so costa uno sproposito)

Hugo Victor
Uovo drappeggiato di rosso 12 cm 16 €

Niente uova belle grandi ma solo una confezione media con all'interno delle piccole mandorle ricoperte di cioccolato bianco e cioccolato al latte, una proposta molto simpatica, tipo scrigno delle gioie delle vecchie zie rivisitata in chiave moderna, ma sicuramente senza il tipico uova di Pasqua.

Sintesi: la crisi sembra abbia colpito anche l'uovo di Pasqua, io sono nostalgico nel senso che per me l'uovo è bello grande fatto di buon cioccolato con un gusto persistente in bocca ma sopratutto a forma d'uovo, ma qualcuno ricorda quelle belle uova che sono a vederle di mettevano allegria e spensieratezza?

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La foto 1 ci sono gli alberi di Pasqua una tradizione del nord europa.


domenica 25 marzo 2012

Capitan Findus, cercasi bastoncini di pesce con omega 3 disperatamente

Domanda Anna G.: Gunther, ho comprato i bastoncini di pesce al merluzzo di Capitan Findus com Omega 3, c'era scritto 200 mg di Omega3 sono uguali a 80% della raccomandazione giornaliera, tu invece avevi sempre scritto che gli omega3 consigliati erano per gli adulti 1-1,5 g/die, chi ha ragione? Perché volevi farci prendere cosi tanti omega 3?

Risposta: spero che qualcuno un giorno se mi capita qualcosa mi porti delle arance (senza tirarmele). Carissima Anna G, probabile che tu non abbia letto bene cosa diceva la pubblicità o l'etichetta oppure che tu non l'abbia capita. Sono cose che capitano quando c'è una comunicazione che si presta a diverse interpretazioni.

Le raccomandazioni di Omega 3 come creare confusione con poco 
Io ho indicato i riferimenti Larn per la popolazione italiana che puoi trovare anche sul sito della SINU la Società Italiana di Nutrizione, attualmente la società è al lavoro per la revisione dei Larn. Questi indicano i fabbisogni di acidi grassi essenziali omega 3 in generale senza fare la differenza tra Ala, Epa e Dha.

Il male intendimento nasce dal fatto che l'etichetta Findus riporta solo gli Epa e Dha della famiglia degli Omega 3 cioè solo:
l'acido eicosapentaenoico (EPA)
l'acido docosaesaenoico (DHA)
Non tutti gli Stati hanno dato delle indicazioni sul tipo di omega 3, questi riferimenti sono diversi da paese a paese ad esempio i paesi Nordici indicano 500mg di Epa + Dha.
Inoltre Findus non ha riportato i valori Larn ma i valori di RDI cioè Reference Daily Intake che si usa molto in America, Canada e Australia, non a tutti magari è nota questa sigla.

Sulla confezione si fa riferimento a un documento dell'Efsa del 2009 che potete trovare qui in versione .pdf

"The Panel concludes that:
• The proposed labelling reference value for the n-3 PUFA ALA (2 g) is consistent with recommended intakes for individuals in the general population in European countries based on considerations of cardiovascular health.
• The Panel proposes 250 mg/d as the labelling reference intake value for the longchain n-3 PUFAs EPA plus DHA, which is in agreement with most recent evidence on the relationship between the intake of these fatty acids and cardiovascular health in healthy populations."

L'indicazione di questo documento sono 2g di Ala e 250 mg Epa + Dha . Quindi dal momento che  in 100 g di bastoncini Findus ci sono 200 mg di Epa+Dha rappresenta l'80%.
Quindi nessuno ti vuole prendere in giro sono dei riferimenti diversi, che però possono generare confusione se non ben argomentati.

Se poi siamo cattivi e andiamo a vedere cosa raccomanda OMS per Omega 3:

Ala : da 0,8 g a 1,1 g/die
Epa + Dha : da 0,3 g a 0,5 g/die



Ma perché cosi tanti omega 3?
È possibile che siano stati aggiunti, dal momento che tra gli ingredienti notiamo che i filetti di merluzzo rappresentano solo il 60%, notiamo anche l'olio di pesce che si sa ricco di omega 3, che in etichetta scrivono prezioso olio di pesce, magari in non dico dall'olio di fegato di merluzzo magari da altri pesci, non viene specificato in etichetta non lo possiamo sapere.

Il mio consiglio è quello di porre attenzione all'introduzione degli omega 3 ma senza perdere la testa, ricordandoti che è molto importante anche l'introduzione di omega 3 vegetali (Ala) che puoi trovare nelle noci, nei semi di lino, nella chia. Per il pesce per esempio mentre ero al supermercato mi è caduto davanti i filetto di Merluzzo Pescanova surgelati i quali contengono pensa 400 mg di omega 3 senza impanatura.


Valutare le alternative per un alimentazione varia
Io non voglio dirti che non devi acquistare i bastoncini di pesce ricchi di omega 3 ma ti invito a variare l'alimentazione e la scelta del pesce ampliando la gamma delle varietà ma anche dei sapori, per esempio invece che trovarlo in Capitan Findus bastoncini di merluzzo con Omega 3 puoi  anche trovare

500mg di Epa + Dha in
20 g. sgombri
25 g salmone d'allevamento dell'Atlantico
30 g di aringa
30 g salmone in scatola
50 g di sardine
50 g di trota iridea
100 g di gamberetti

Fonte dati tabella : Wang C, Chung M, Lichtenstein A, Balk E, et al. Effects of Omega-3 Fatty Acids on Cardiovascular Disease. AHRQ Publication No. 04-E009-2. Rockville, March 2004

NB: non prendete questi valori come assoluti ma come valori relativi in quanto il contenuto di omega 3 dipende dalla stagionalità, dalla grandezza del pesce, dall'età del pesce, se è allevato o selvaggio, dalle tecniche di preparazione e di conservazione.

Post correlati: Pubblicità suonate i bastoncini di pesce al salmone con omega3, Omega-3 e Obesità,  Rapporto omega3/omega6, Dove troviamo gli omega 3? , Olii vegetali e olii magri

giovedì 22 marzo 2012

Stevia news : Misura e Dietor nuove formule per dolcificare con meno calorie con Misura Stevia e Dietor Cuore Naturale

Sono arrivate sul mercato in Italia due nuovi dolcificanti a base di Stevia, sono stato tra i primi a parlare della Stevia, nel 2009 la storia dell'uso della Stevia , nel 2010 il cioccolato alla stevia, nel 2011 meglio aspartame o stevia? Non dirò quindi cose già note a miei lettori ma credo sia necessario fare delle precisazioni. 

Quando si parla di edulcoranti bisogna distinguere quelli naturali da quelli artificiali ma sopratutto bisogna distinguere i due gruppi di popolazione più importanti a cui sono rivolti.
1) Diabetici che devono tenere sotto controllo la glicemia
2) Coloro che desiderano introdurre meno calorie nella speranza di perdere peso

Le aziende tramite i canali di comunicazione sostengono che sono prodotti per i diabetici, giustificando la loro diffusione, nella realtà l'unico vero mercato di questi prodotti è utilizzo come dolcificante per sostituire le calorie dello zucchero, perché qualcuno spera che assumere edulcoranti aiuta a mangiare prodotti dolci senza ingrassare.

Gli edulcoranti a prescindere che siano artificiali o naturali non fanno dimagrire, è stato provato da più studi, anzi alcuni di questi stimolano l'appetito ma sopratutto incentivano a non mofidicare i comportamenti scorretti che sono alla base dei motivi del sovrappeso o dell'Obesità.

Si ingrassa perché per diversi motivi ma sopratutto perché non si riesce ad avere un alimentazione varia ed equilibrata accompagnata da un attività fisica costante.

Stevia strumento di marketing
Gli edulcoranti d'origine "Naturale" sono una straordinaria leva di marketing da parte delle  aziende per dare un immagine di naturalità ai loro prodotti, avete notato che sono sempre verdi? Il termine Naturale non è sinonimo di sicurezza della salute, non ci si deve illudere che le erbe siano un rimedio sostitutivo delle terapie dell'Obesità e del Diabete.

La Stevia aggiunta ai prodotti alimentari ha due difetti principali secondo il mio modesto parere : il costo e il sapore

1) La possibilità di ridurre le calorie in un mondo dove l'Obesità è in forte crescita a fatto salire le quotazione della Stevia, una forte domanda e per il momento una offerta ancora limitata.

2) Ho provato da diversi anni i prodotti con stevia il gusto  a mio parere che conferisce non è piacevole, più lo provo e più non mi piace, una sensazione che non deve essere però solo mia personale in quanto per coprirne il gusto vengono utilizzati altri edulcoranti sia naturali che sintetici.

Stevia e l'impatto ambientale
C'è un altro problema della stevia che non è secondario l'enorme richiesta ha portato a una monocoltura di alcune aree geografiche, in quanto coltivare stevia per i contadini è molto conveniente, a parte il  costo ambientale che può essere paragonato a quello degli agrocarburanti, questo porta le popolazione a non coltivare le colture  di base, innescando un meccanismo di prezzo elevato per le derrate alimentari di base come i cereali in tutto il mondo.

Stevia più che nativi popoli delle Americhe quella in commercio arriva dalla Cina
Nonostante di continui a romanzare zucchero naturale utilizzato dalle popolazione indigene del Sud America che consumano le foglie di Stevia, la maggior parte della Stevia presente sul mercato arriva dalla Cina.

Confronto bustine di dolcificante con derivati da stevia

In Italia si sono resi disponibili a commercializzare al Stevia due marchi storici del sostitutivi dello zucchero Misura e Dietor.

Prezzo scatola: 3,69
Contenuto 60 g
Prezzo al kg 61,50
40 bustine
1 bustina 1,5 g al costo di 0,092
Ingredienti : agente volumizzante: eritritolo, edulcorante : glucosidi dello steviolo (estratti dalla stevia), antiagglomerante (cellulosa in polvere), aromi naturali.

Prezzo scatola: 2,69
Contenuto 30 g
Prezzo al kg 89,6
30 bustine
1 bustina 1g al costo di 0,089
Ingredienti: fruttosio, edulcorante: glicosidi steviolici, aromi naturali

La differenza tra i due prodotti è che Misura indica come "agente volumizzante" l'eritritolo, in realtà è un dolcificante che avevamo trovato anche in Essenza di Natura lo scorso anno, ha un buon sapore che contrasta il sapore della stevia, mentre Dietor utilizza del Fruttosio, che ricordo si ricava dal Mais. 

Per cui Stevia si ma anche altri edulcoranti in parte perchè 2g di stevia sono uguali a 100g di zucchero (come 10g di aspartame sono uguali a 100g di zucchero), pertanto il ricorrere  a formulazioni in parte per dare consistenza, modalità di vendita ma anche per migliorare il gusto. La differenza tra i due riguarda il potere dolcificante perchè le aziende dichiarano che ogni bustina equivale a un cucchiaio di zucchero ma una necessita di 1,5 g altra 1g che forse spiega anche un costo diverso.

Sarà banale ma il prezzo è importante, Misura Stevia costa 61,50 al kg mentre Dietor  cuore naturale 89,6 al kg il 30% in più. Mentre invece il prezzo a bustina quello della Dietor è più conveniente. Non è bello fare dei paragoni con i prezzi però cosa si può comprare a 89,6 euro al kg? Sarà caro? Invece un chilo di zucchero costa 0,99! 

Sulla presunta naturalità ho qualche perplessità, preferisco utilizzare questo termine in un altro contesto. Sulla sicurezza si è già espressa l'Efsa e la Fda (Efsa ha stabilito una Dose giornaliera ammissibile (Dga) per i glicosidi steviolici, espressa in equivalenti steviolici, di 4 mg/kg di peso corporeo al giorno,), non posso aggiungere altro, io penso che in base alla mia esperienza quotidiana i vantaggi dell'uso degli edulcoranti nell'Obesità non sono stati positivi fino ad adesso, perfino nei paesi dove è stata messa in commercio la Stevia non si sono registrati tassi inferiori d' Obesità; pertanto è molto meglio abituare le persone al gusto meno dolce piuttosto che rimanere inalterato il sapore dolce e diminuire le calorie di un ingrediente. 

In qualsiasi caso per dimagrire è meglio affidarsi ad una dieta ipocalorica personalizzata unita a del movimento fisico, non penso che la sola sostituzione dello zucchero sia sufficiente!


Info Stevia misura, Dietor cuore naturale stevia, Stevia Italia le due stevia: Stevioside e Rebaudioside A

Documento Qui  approvazione in .pdf Unione Europea dei glucoside dello steviolo che è un additivo e non della pianta è bene sottolinearlo, nessuno vi impedisce di coltivare la pianta e consumale le foglie essicate.

domenica 18 marzo 2012

Bevande analcoliche zuccherate Coca Cola & C. a rischio infarto e obesità?

Eccoci di nuovo a parlare delle bevande zuccherate o meglio quelli che in gergo tecnico sono chiamati soft drink, dopo la news di Coca Cola e Pepsi, mi sono giunte sul mio tavolo altre ricerche che confermano che la consuetudine di bere più volte al giorno bevande zuccherate gasate e non gasate, può condurre facilemente a comportamenti poco corretti che possono portare allo sviluppo dell'obesità e a tutte le patologie correlate come il Diabete, la novità di questi ultimi studi è nella relazione tra bevande zuccherate e rischio di problemi cardiovascolari.


Coca cola e C. e il colorante E 150 d non c'è più
Nell'attesa di una decisione della Fda in merito alla proposta del CSPI all'inibizione del colorante al caramello 4metilimidazolo noto come E 150 d, la Coca Cola comunica che cambierà la formula. Questo dal mio punta di vista vuole dire che è forte il timore di una decisione negativa e la paura di class action dei consumatori. Cosi Coca Cola passa da una comunicazione subita a una comunicazione gestita, infatti tutti i media riportano le interviste ai dirigenti della Coca cola, non un'intervista alle associazioni dei consumatori, minimizzando la possibilità dello sviluppo del cancro.

È bene precisare che non è mai importante valutare quanto questo o quell' ingrediente è presente in un singolo prodotto ma nell'alimentazione nel suo complesso, troppo facile dire in un bicchiere o in una lattina il contenuto è poco, ma quante sostanze introduciamo al giorno? Ben tollerate singolarmente ma tutte insieme? Il colorante in questione viene utilizzato moltissimo in diverse preparazioni industriali e prodotti dalle caramelle, biscotti, latte aromatizzati, snack, zuppe, ai dolci da forno, la proposta de Cspi non è contro Coca Cola ma tutti i prodotti che utilizzano E 150 d.

Quello che invece non mi piace è che Coca Cola  fa casualmente scivolare l'argomento sul contenuto di zuccheri, come si vede in quest'articolo pubblicato su Yahoo, dove Dennis Bier, dice che lo zucchero fa bene, mi è venuto spontaneo chiedermi, dal momento che una lattina di coca cola contiene bel il 39% dello zucchero giornaliero di un adulto, ci sono o ci fanno? Dopo averci rassicurato sul cancro ci rassicurano anche sullo zucchero?

È bene chiarire che le bibite gasate zuccherate si sono conquistate una cattiva fama per il contenuto di zucchero e/o edulcoranti (Aspartame ecc ecc) e conservanti, spesso le persone non si preoccupano di quante calorie contengono le bevande e in particolare zucchero, chiaramente non sarà una lattina ogni tanto, un consumo occasionale, ma il consumo frequente di più volte al giorno e per un periodo di tempo prolungato.


Le bevande zuccherate non sono positive per la salute del nostro cuore
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Circulation organo ufficiale dell' Amercian Heart Association , nel Marzo 2012, ha stabilito una relazione tra il consumo di bibite e il rischio di malattie cardiovascolari. Hanno partecipato ben 42 883 uomini di età compresa tra 40-75 anni, seguiti per alcuni anni, i ricercatori hanno scoperto che c'e una relazione tra consumo di bibite e il rischio di malattie cardiovascolari per le persone che hanno consumato più di una bevanda al giorno, rischio aumentato del 20%.

In particolare questo studio ha preso in esame alcuni marker infiammatori come i livelli di trigliceridi, CRP, IL-6TNFR1, che sono aumentati mentre il colesterolo HDL , cioè il colesterolo buono, invece è diminuito. Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studi l'aumento dei valori di questi marker infiammatori sono un fattore chiave per il rischio dello sviluppo di malattie cardiovascolari .

Riferimento;  Lawrence de Koning, Vasanti S. Malik, Mark D. Kellogg, Eric B. Rimm, Walter C. Willett, Frank B. Hu. Sweetened Beverage Consumption, Incident Coronary Heart Disease and Biomarkers of Risk in Men. Circulation. 2012;


Bevande zuccherate aumentano il grasso nell'addome, nei muscoli e nel fegato
In un altro studio pubblicato su Journal of Clinical Nutrition nel Febbraio 2012, su 47 persone in sovrappeso sono stati assegnati in modo casuale 4 tipi di verse di bevande a un gruppo solo bevanda di cola 1 litro al giorno per 6 mesi. Dopo i partecipanti sono stati valutati per BMI, composizione corporea (massa muscolare e grasso) ed esami del sangue per i valori del colesterolo e trigliceridi.

Il gruppo che ha bevuto le cola hanno visto fegato il cui grasso è aumentato del 130% il grasso intramuscolare  è aumentato 117-221%, grasso viscerale aumentato da 24 al 31%, i trigliceridi nel sangue di 32%  e il colesterolo del '11%. I ricercatori concludono che le bevande analcoliche possono favorire l'obesità e sopratutto aumentare le percentuale di massa grassa rispetto alla massa grassa, che può condurre a una sindrome metabolica, in particolare l'aumento del grasso viscerale è correlato a patologie cardiovascolari, diabete e riduzione dell'aspettativa di vita.

RiferimentoMaersk M, Belza A, Stødkilde-Jørgensen H, Ringgaard S, Chabanova E, Thomsen H, Pedersen SB, Astrup A, Richelsen B. Sucrose-sweetened beverages increase fat storage in the liver, muscle, and visceral fat depot: a 6-mo randomized intervention study. Am J Clin Nutr. 2012 Feb;95(2):283-9.


Sintesi del Post: anche se Coca Cola e Pepsi tolgono il colorante al caramello E 150 d non vuole dire che potremo bere bevande a base di cola a go go! Invito è quello di consumare questo tipo di bevande solo occasionalmente, la migliore bevanda in assoluto è l'acqua anche dal punto di vista economico.


martedì 13 marzo 2012

Cosa comprare con 1 euro?

Titolo volutamente un po' provocatorio, ma quanto vale 1 euro nella borsa della spesa? L'idea mi è venuta quando ho visto la pubblicità di Mcdonald  1 panino cheeseburger 1 euro, cosi mi sono chiesto ma cosa posso acquistare in Italia con un euro da mettere sulla tavola ?

In particolare se McDonald propone salvaeuro, gli altri canali commerciali cosa propongono? Tutti parlano di crisi economica, che bisogna fare dei sacrifici, bisogna ridurre le spese ma nell'alimentazione come dobbiamo comportarci? Si può risparmiare? Vale la pena risparmiare?

Come si comportano i consumatori per risparmiare
Da diversi anni si riduce sempre di più la spesa alimentare, un inversione di tendenza che non avveniva dalla seconda guerra mondiale, notizia di oggi che rispetto allo scorso anno la spesa alimentare di è ridotta del 1,5% un segnale negativo.

Ho osservato in questo ultimo periodo che è aumentato il numero di persone nei mercati dove i prezzi di frutta e verdura sono a volte ma non sempre molto abbordabili, per  1 euro si può acquistare a volte 1 kg di frutta o verdure di stagione, ho visto altre persone inseguire le offerte dei vari supermercati, altri scegliere gli hard discount,  altri i mercatini all'ingrosso nei giorni open e altri i mercati del contadino alla ricerca di un buon rapporto qualità prezzo.

Ho notato da un po' di tempo che molti supermercati hanno incrementato il numero dei prodotti Private Label cioè a loro marchio con una forte riduzione del prezzo a volte anche il 30%. Alcuni distributori hanno introdotto delle vere e proprie linee a basso costo come la linea Fidel della Esselunga o la linea Basic di Simply Sma. Sono veramente per coloro che hanno difficoltà?

Chi sono veramente le persone in difficoltà?
Per anni ho collaborato per un' associazione  dove oltre a dare un assegno alle persone meno fortunate insegnavo a fare la spesa per una corretta alimentazione per mantenere un buono stato di salute con un budget limitato.

Dal mio punto d' osservazione ho notato che c'è forte differenza tra i bisogni nutrizionali delle persone meno fortunate e proposte della distribuzione moderna, qualche esempio nei supermercato spesso ci sono confezioni di petti di pollo da 800 g poco adatto per le persone sole che rappresentano la maggior parte dei casi delle persone a basso reddito, rischiano di mangiare petti di pollo per tutta la settimana!  

Nonostante oggi ci sono più gruppi in difficoltà economica, sono sopratutto le persone sole, anziane sopratutto donne, è appena stata  la giornata della donna per cui ricordatevi tutti delle donne con una pensione al di sotto dei 500 euro. Basta poco per dare un aiuto invece che inviare un Sms alle trasmissioni per imbecilli, riempite un sacchetto della spesa e fate un regalo 
"Mi  aiuta a consumare queste cose, me le hanno regalate ma io non ce la faccio a consumarle".


Quanto vale 1 € al supermercato ? 

Premessa le tabelle sono un campione di un casuale supermercato, i prezzi variano da zona e da supermercato con PL cioè Private Label a marchio di supermercato esempio Esselunga, Pam, Coop, Margherita. Conad ecc ecc

Tabella prodotti di base a 1 Euro


Tabella prodotti latte e derivati del latte a 1 euro

Inoltre:
1 yogurt Senni alla frutta 0,22
2 yogurt alla frutta Esselunga 250 g 0,82
2 yogurt magro alla frutta Esselunga 0,90
2 yogurt alla frutta Billa  250g 0.86
1 yogurt mix Activia breakfast 115g 0,85
1 yogurt mix Muller crema di yogurt 150g 0,89



Prodotti o alimenti carnei al costo di 1 euro: in realtà solo carne trita e hamburger di suino nella tabella è riportata la confezione da due pezzi, per cui il costo di un singolo hamburger è di 0,80, mentre il petto pollo in quanto una porzione media è di 100 g/150g al costo meno di 1 euro. In assoluto hanno un costo/ porzione più alto rispetto ad altri gruppi di alimenti.


Inoltre:
100g di Wustel Wuoi Citterio 0,85
150g di Aia Wudi Wustel pollo e tacchino, 0,98
100g Principe wulevù wustel di pollo senza glutine 0,79
Snack salame Citterio, 0,99
Wustel Clever 0,55




Prodotti e derivati delle pesca: il pesce azzurro ha dei costi molto accessibili a tutti, non solo alici, sarde, anche sgombri hanno il pregio di essere freschi e non sopportano il congelamento, arrivi giornalieri su tutti i mercati.


Prodotti Legumi a 1 euro (sono prodotti in scatola) ma ci sono anche degli ottimi prodotti secchi e misti


Prodotti a base di pomodoro al costo di 1 euro


Prodotti e snack al prezzo di 1 euro: sono tra i prodotti dove è più frequente l'acquisto ma che si dovrebbero consumare con maggiore moderazione, inoltre sono tra i prodotti più cari tanto che alcuni supermercati nell'etichetta esposta non mettono il costo al €/kg ma all' €/hg

Inoltre:
200g. di biscotti Bucaneve Doria 0,79
175g Wafer fior di spesa 0,79
175g Wafer Copieri 0,42





Prodotti frutta e verdura a 1 €

In assoluto la frutta e la verdura è la più conveniente nel rapporto costo/porzioni, se vogliamo fare un esempio semplice delle 5 porzioni di frutta e verdura che rappresentano più o meno 400/500 g, prendiamo le mele un chilo di mele 1.60 mezzo chilo 0,80, per assurdo anche se le più convenienti sappiamo che ci sono dei gruppi di popolazione che non raggiungono le 5 porzioni giornaliere, indipendetemente dal reddito.

I prezzi sono legati alla stagionalità per esempio ora è il periodo degli agrumi, mele, pere, questi prodotti sono venduti a peso al banco self service:

Arance tarocco 0.59 €/kg per le confezioni da 2,5Kg
Pomplemi rossi 0,88 €/kg per le confezioni da 2,5Kg
Mele stark 1,55 €/kg
Pere kaiser  1,78 €/kg
Lattuga iceberg 1,68 €/kg
Patate al sacco 0,64 €/kg per le confezioni da 2,5Kg


Sintesi : si può acquistare poco con 1 euro diciamocelo chiaramente, tuttavia potrà sembrare assurdo ma potenzialmente le persone a basso reddito potrebbero avere un alimentazione più sana rispetto alla persone con maggiore reddito, grazie a un maggiore potenziale consumo di pesce azzurro, legumi, poca carne, più frutta e verdura, più cose preparate a casa e meno elaborate, la realta è che il reddito e indipendente dalla qualità nutrizionale, tutti e due i due gruppi hanno lo stesso tipo di alimentazione con le stesse problematiche ma sempre più spesso chi è più povero è anche più obeso e si alimenta male per scelte a volte istintive a volte poco razionali volte più ad imitare i comportamenti di coloro che hanno un alto reddito.

Esempio i prodotti fake, quelli che imitano i prodotti di marca ma ad un costo più basso, imitano solo l'immagine per favorire il rituale di consumo, ma se andiamo a guardare gli ingredienti troviamo percentuali di grassi e zuccheri molto più alte ma anche la cattiva qualità degli ingredienti, inseguire un certo status simbol, un modello di riferimento di un certo tipo d' alimenti fa dimenticare le alternative più sane



I prodotti che costano meno di un euro si classificano in prodotti:

1) Nomadismo
Sono quella categoria di prodotti che devono stimolare il consumi di mangiare a tutte le ore, piccoli, costano poco, apparentemente perché il prezzo al kg lo rendono tra i prodotti più cari ma anche più calorici, si va dai dolci al cioccolato alla chips

2) Prodotti di base
Sono i prodotti di base com uova, farina, latte, pasta, salsa di pomodoro

2) Scelte di marketing
Maionese, Senape, Ketchup, Te, Spinaci surgelati, oppure come nella foto soto snack a 40g  di prosciutto cotto a 0,85.



I prodotti che costano meno di 1 euro sono prodotti di cattiva qualità?
Difficile di dire, possiamo dire che i prodotti di base in genere no, come farina e zucchero mente invece prodotti più elaborati a volte si in quanto contengono ingredienti spesso discutibili.
Attenzione però perchè è facile essere ingannati ricordo dei tortellini di carne la differenze delle due confezioni era che una a basso costo aveva come ingredienti solo pollo e tacchino mentre l'altro aveva in più il 7% di Bologna più aromi ed esaltatori del gusto. Pertanto leggere le etichette è fondamentale.



Gli errori più comuni delle persone a basso reddito
Tra gli errori che più ho notato nel consumi delle persone con poca disponibilità economica è l'acquisto di  piatti già pronti (che sono anche i più cari €/kg), in parte perché chi è solo neanche ha voglia di prepararsi da mangiare in secondo luogo per prepararsi una ricetta devono acquistare più prodotti con molti scarti perché non riescono a consumare nel breve tempo tutti gli ingredienti.

Le uniche cose che acquistano a meno di 1 euro sono i snack dolci, snack salati. Ricordo con molta tenerezza quando in una visita di un nostro assistito per fare bella figura ci offrì una macedonia, ma non una macedonia di frutta fresca ma di frutta sciroppata perché non acquistano frutta e verdura fresca.

Una sera uscendo in anticipo ho visto una sorta di mercato del baratto nel parco antistante la nostra mensa,  oltre al pasto si consegna anche un sacchetto della spesa con dei beni primari, ma si scambiano le cose, il più alto punteggio arrivano dai dolci uno snack tipo Duplo vale due mele o anche un barattolo di frutta sciroppata!

Il valore veniva dato non tanto dalla preziosità del prodotto o dalla qualità, dal suo valore calorico e proteico ma dal suo valore di piacere.

Questo mi ha insegnato che l'alimentazione non è solo calorie, grassi e proteine, non dobbiamo solo fornire un pasto equilibrato così sono riuscito una volta alla settimana a mettere un dolce semplice nel menù.

Voci cosa ne pensate mangiare bene è in modo equilibratò dipende solo dal reddito?



Coca cola cambia formula perchè uno degli ingredienti è accusato di favorire il cancro
Questa notizia per i lettori di papille vagabonde non è una novità ne abbiamo parlato lo scorso anno, tutti rassicurano che non c'e pericolo e noi ci crediamo tanto ma intanto cambiano la formula, ma il nostro parere sulla bibita rimane quello già espresso più volte.

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lunedì 5 marzo 2012

Un patch contro l' allergia all'Arachide

L'allergia all' arachide è una delle allergie alimentari più diffuse, la terza dopo latte e uova, si manifesta abbastanza precocemente prima dei sette anni anche se le allergie alimentari possono manifestarsi a qualsiasi età. 

La reazione allergica si manifesta per contatto, per inalazione e per ingestione, le reazione allergiche più comuni vanno dalle più semplici orticaria, senso di nausea, diarrea a asma, angioedema, shock anafilattico , spesso basta poco per scatenare una reazione allergica.

Più di un quarto delle arachidi sono nascoste negli alimenti, in particolare nei prodotti dolciari, tanto che da diversi anni è obbligatorio dichiarare sull'etichetta la presenza d'allergeni come l'arachide. Oltre ai prodotti che contengono arachide sono da evitare anche altri prodotti alimentari a guscio noti come frutta secca cioè mandorle, pinoli, pistacchi, ma ricordate che l'arachide è della famiglia delle leguminose come i piselli chi è allergico all' arachide può avere episodi di cross reazione con le leguminose. 


Uno dei trattamenti più noti  è la desensibilizzazione, che consiste nel somministrare delle piccole dosi crescenti della proteina allergenica, per educare il sistema immunitario. Nel caso dell' allergia all'arachide  è considerato rischioso in quanto una quantità  anche  piccolissima può essere sufficiente per provocare reazione violenta.

La novità è un nuovo patch sviluppato da una start up francese, DBV Tecnologies di Bagneux (Hauts-de-Seine) il suo nome è Peanut Viaskin, il patch si attacca alla pelle come un cerotto e può diffondere l'allergene nel corpo senza che quest'ultimo passa attraverso il sangue, meglio dire che mette in contatto gli strati superficiali della pelle e le cellule immunitarie senza passaggio attraverso il sangue. Così l'educazione del sistema immunitario può essere fatto senza rischio. L'obiettivo è di minimizzare il rischio di anafilassi, la conseguenza più grave dell' intolleranza. 

Il cerotto deve essere cambiato ogni giorno per un tempo che dovrebbe essere di circa due o tre anni. Attualmente viene testato negli Stati Uniti e sembra ben tollerato dai pazienti.

L'obiettivo non è quello di mangiare noccioline a go go ma di evitare shock anafilattico in caso di ingestione accidentale. Sempre sullo stesso principio si stanno sviluppando nuovi patch di desensibilizzazione per le allergie al latte vaccino e agli acari.
I risultati finali della sperimentazione clinica sono attesi all'inizio del 2013. Il mercato potenziale è stato valutato  in circa : $ 5 miliardi (3,8 miliardi di euro).

In genere sono molto cauto nei confronti di nuove terapie ma di questa mi piace il principio, spero che la sperimentazione abbia un esito positivo come mostrano i primi dati dopo cinque anni;  per un problema come l'allergia all'arachide che è molto difficile da gestire, mi auguro che sia disponibile a tutti e rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale.

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domenica 4 marzo 2012

Omega 3 e Obesità , la mutazione del gene GPR120 implicato nello sviluppo dell'Obesità

Nuove evidenze scientifiche hanno messo in luce il rapporto tra Omega 3 e Obesità, avevo in passato parlato del rapporto Omega 6 e Omega 3 è il suo impatto sull’Obesità, ma soprattutto le ragioni di come mai questo rapporto si era modificato nel tempo e in particolare di come l’assunzione degli Omega 3 era scomparso dalla nostra alimentazione quotidiana.

Gli Omega 3 sono in assoluto i più studiati, abbiamo visto nei problemi cardio vascolari, nella prevenzione delle malattie degenerative come Alzheimer, abbiamo visto che l'attenzione dell'assunzione dei livelli raccomandati di Omega 3 ha un incidenza positiva anche sulla Depressione e sul buon umore.

In un recente studio pubblicato su Nature  per la prima volta di dimostra che gli Omega 3 possono avere un ruolo chiave nella regolazione del peso e del senso di sazietà.

L’Obesità è una malattia multifattoriale dove a cause a livello generale come la modificazione degli stili di vita determinata dalla società si inseriscono anche cause a livello individuale, perché ogni individuo interagisce in modo diverso con l'ambiente, la cultura e in particolare le scelte alimentari.

Lo studio si è concentrato sull’ereditarietà e in particolare sui recettori presenti nelle cellule dell'intestino che catturano i lipidi alimentari e trasmettono un segnale al tessuto cerebrale, fegato, pancreas. Questo segnale controlla l'appetito, le preferenze alimentari e lo stoccaggio dei grassi.

Uno di questi recettori, specifico per gli acidi grassi insaturi è codificata dal gene GPR120, Questo recettore è particolarmente importante perché la sua attivazione stimola la produzione di insulina e la secrezione di sazietà peptidi, ormoni che sopprimono l'appetito. Egli è inoltre coinvolto nella produzione di nuove cellule di grasso.


È stato dimostrato che la mutazione o l'inattività di questo recettore rende i soggetti più obesi in misura del 60%, in particolare non attiva la produzione degli ormoni  di sazietà.
Tra questi ormoni, vi è il GLP1, che è prescritto come una medicina per il diabete, perché favorisce la produzione di insulina.

Questi studi dimostrano che GPR120 potrebbe diventare il bersaglio per future terapie contro l'obesità e le malattie del fegato relative al sovrappeso, attraverso l'attivazione del recettore a livello farmacologico al fine di indurre alcune reazioni metaboliche anche senza una dieta equilibrata con omega-3.

Come sempre ho detto queste nuove ricerche sono importanti per il futuro ma non hanno ancora un' applicabilità pratica, oggi la migliore prevenzione dell'Obesità è una dieta equilibrata associata a del movimento fisico costante. Per chi è invece in sovrappeso o obeso una dieta ipocalorica associata in una attività fisica, tuttavia per entrambi una maggiore attenzione va prestata all’assunzione del rapporto omega 6/ omega 3 e soprattutto all’assunzione dei livelli raccomandati di omega 3

Riferimento: 
Troppi omega 6  e pochi omega3 proumovono l'Obesità attraverso le generazioni
In quali alimenti troviamo gli Omega 3? Cos'è la chia?
Pesce selvaggio o pesce d'allevamento.